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REFERENDUM DEI PREMI UBU 

Abbiamo chiesto a un gruppo di critici teatrali italiani e studiosi di rispondere al consueto referendum sulla stagione 2015-2016, riguardante spettacoli rappresentati per la prima volta tra il 1 settembre 2015 e il 31 agosto 2016. La votazione avviene per iscritto e in due fasi. Riportiamo qui di seguito le preferenze indicate da ciascuno alla prima tornata, che richiedeva di pronunciarsi sulle seguenti voci:

 

1. Spettacolo dell’anno (di teatro o danza)

2. Regia

3. Allestimento scenico (scene, costumi, luci, video, multimedia)

4. Progetto sonoro o musiche originali

5. Attore o performer

6. Attrice o performer

7. Attore, attrice o performer under 35

8. Migliore novità o nuovo progetto drammaturgico

9. Migliore direzione organizzativa

10. Premi speciali (sono ammessi tre tipi diversi di indicazioni per differenti categorie che contemplino figure, opere o situazioni non previste nell’elenco, come traduzioni, pubblicazioni, fenomeni di rilievo, realtà nascoste, personalità o iniziative particolari, eccetera)

11. Migliore spettacolo straniero presentato in Italia

 

CARMELO ALBERTI

1. Amleto a Gerusalemme, regia di Gabriele Vacis; La pazza della porta accanto, regia Alessandro Gassmann; L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht, regia Damiano Michieletto.

2. Mario Martone per Morte di Danton; Claudio Longhi per Istruzioni per non morire in pace 1. Patrimoni, 2.Rivoluzioni, 3.Teatro; Emma Dante per Cappuccetto Rosso vs Cappuccetto Rosso.

3. Maurizio Balò per Il prezzo, regia Massimo Popolizio; Igor Renzetti per La nave Argo. La macchina del tempo, regia di Giorgio Barberio Corsetti; Guido Fiorato per Macbeth remix, regia di Andrea Liberovici.

5. Roberto Herlitzka per Minetti_Ritratto di un artista da vecchio, regia di Roberto Andò; Michele Riondino per Giulio Cesare, regia di Alex Rigola; Filippo Timi per Una casa di bambola, regia Andrée Ruth Shammah.

6. Ottavia Piccolo per Enigma. Niente significa mai una sola cosa, regia di Silvano Piccardi; Lunetta Savino per La Controra, regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli (anche per la incisiva interpretazione della protagonista nel film Felicia Impastato, regia di Gianfranco Albano).

7. Lucia Lavia per Vita di Galileo, regia di Gabriele Lavia.

8. Il canto dell’usignolo, di Glauco Mauri - Roberto Sturno; Si gira!, regia di Stefano Massini; Molière: la recita di Versailles, di Paolo Rossi e Gianpiero Solari (su canovaccio di Stefano Massini), regia Gianpiero Solari.

9. Isabella Lagattolla, responsabile della direzione organizzativa e comunicazione per il Festival delle Colline Torinesi: è una promotrice, tra le più attente e competenti, delle attività artistiche e teatrali della cultura in area torinese; Alberto Bevilacqua, responsabile della produzione, organizzazione e distribuzione del CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia-Giulia, insieme all’efficiente staff del Centro, che da tanti anni propone un’offerta teatrale e artistica di qualità. Settimio Pisano, responsabile della direzione organizzativa di Primavera dei teatri, accomunando al suo nome l’intero staff del Festival, compresi gli stagisti: si tratta di un gruppo di operatori generosi e di vigorosi promotori di un importante spazio di confronto scenico nel Mezzogiorno italiano.

10. Maurizio Scaparro, personalità preziosa del teatro nazionale ed europeo, instancabile promotore di progetti che hanno coinvolto le maggiori istituzioni culturali e teatrali italiane e straniere, sempre attento agli slanci delle giovani generazioni, alle quali ha sempre offerto spazi espressivi e possibilità sceniche; Gigi Proietti, interprete sapiente del nostro tempo, che fa tesoro del grande insegnamento della teatralità italiana, è da ammirare il suo equilibrio espressivo mentre gioca sul filo dell’ironia e del grottesco.

11. Battlefield, regia Peter Brook. Žuvédra (Il Gabbiano), regia di Oskaras Koršunovas; Primal Matter, regia Dimitris Papaioannou.

 

 

NICOLA ARRIGONI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia di Antonio Latella per la forza poetica ed etica di un fare teatro che sa coniugare pensiero, formazione e creatività insieme alla voglia di ripensare l’arte della scena partendo dalle sue origini e dal suo cuore pulsante: l’attore; Amleto + Die Fortinbrasmaschine di Roberto Latini, esempio fulgido e intenso di un teatro autorale che sa non solo interrogare i classici, ma soprattutto mostra l’urgenza di interrogarsi sull’eredità del nostro essere e non essere con una straordinaria forza di pensiero e immaginativa; Sanghenapule. Vita straordinaria di San Gennaro di Mimmo Borrelli, una sorta di agiografia sporca, viscerale, dialettale in cui Napoli e il suo patrono sono un tutt’uno, in cui il racconto è vita vissuta, ambiente, sudore, corpo, parola incarnata dall’attore: Napoli è un mondo in cui santi e demoni convivono in una sacralità stordente.

2. Valerio Binasco ha dato vita a un Bugiardo di Goldoni che sa librarsi sulle ali del tempo, sa essere comico e livido di tensione e violenza, un Goldoni inatteso che sa inquietare e divertire al tempo stesso; Antonio Latella per la generosità e l’invenzione creativa coniugate con una naturale e mai banale vocazione formativa che in Santa Estasi hanno trovato una loro magica realizzazione; Valter Malosti per la capacità mai scontata né banale di interpretare i testi e in particolar modo il Berretto a sonagli aurorale e dialettale di un Pirandello che non finisce di inquietare per la sua crudeltà e livida verità.

3. Roberto Crea per Animali notturni, regia di Carlo Cerciello.

4. Gianluca Misiti per il lavoro sonoro e musicale che da sempre accompagna l’opera teatrale di Roberto Latini e che in Amleto+Die Fortinbrasmaschine contende lo spazio espressivo alle parole.

5. Roberto Latini in Amleto+Die Fortinbrasmaschine mostra e di-mostra le potenzialità espressive del suo essere attore/autore, offrendo una prova di rara intensità, facendo di sé corpo sacrificale di un’anima comune in cui ci si rispecchia; Luca Lazzareschi nella Prova di Pascal Rambert vive di un assoluto rigore, costruisce il suo personaggio con gesti e tonalità che si fanno incisivi nel levare, nella loro secchezza: le parole che pronuncia e agisce si conficcano come spade o aculei nel cuore e del cervello dello spettatore; Mimmo Borrelli in Sanghenapule fa del dialetto napoletano e del suo Don Gennaro un unico corpo teatrale in cui la poesia e la fisicità sono un tutt’uno che stordisce.

6. Elena Bucci in Canzone di Giasone e Medea mostra una maturità interpretativa che lascia esterrefatti: nell’arte d’attrice di Elena Bucci c’è viva la consapevolezza di assolvere a un rito poetico e civile: il rito del teatro in cui l’essere attrice è mettersi al servizio dell’immaginazione e della verità che vivono nelle parole del mito e della tragedia; Anna della Rosa nella Prova di Pascal Rambert mostra la sua nervosa e spigolosa personalità di interprete con assoluto rigore e potente espressività; Renata Palminiello in Ritter, Dene, Voss, di Thomas Bernhard per la regia di Pietro Babina, sa incarnare con durezza e allampanata freddezza il ruolo di Dene serva e al tempo stesso tiranna del fratello Ludwig; Palminiello sa farsi pura e inquietante creatura bernhardiana.

7. Agli attori di Santa Estasi di Antonio Latella per la loro freschezza, per l’entusiasmo dello stare in scena, per l’intensità con cui hanno dato corpo e anima alla saga degli Atridi.

8. Amore di Spiro Scimone per la forza unica di un teatro che sta scavare nei silenzi e nel buio dell’anima, costruendo una drammaturgia in cui le parole delimitano la terra sconosciuta delle relazioni fra gli uomini; Prova di Pascal Rambert per la capacità di indagare le dinamiche relazionali che stanno alla base del grande rito del teatro e che finiscono col collimare con la vita reale, Prova vive di una serrata ed esaltante dialettica verbosa che si espande e parte da una sala prove per allargarsi al mondo e alla necessità di rivoluzionare lo status quo; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata è un esempio di scrittura teatrale precisa, ficcante, mai banale e sempre interrogante che mette il dito nella piaga dei grandi temi etici e politici del nostro presente.

9. Andrea Cigni, direttore di OrizzontiFestival di Chiusi, per la rara capacità di offrire un festival che sa spaziare dal teatro alla musica, dalla lirica alla danza nel segno di un intreccio di linguaggi e di estetiche che sanno animare e coinvolgere l’intera comunità chiusina; Pietro Valenti, direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione, per la lunga e assidua militanza teatrale, per la capacità di leggere il teatro come strumento e fine di un pensiero mai banale sulla contemporaneità, per il respiro internazionale che ha fatto di Modena e dei suoi teatri punti di riferimento imprescindibili; Virginia Sommadossi per l’impegno all’interno dell’organizzazione di Drodesera di tenere alta l’asticella del pensiero sulle arti performative e sulle dinamiche di comunicazione nel segno di una factory permanente di creatività e confronto fra giovani e discipline artistiche

10. T2 Studio, il progetto di formazione di Fondazione Teatro Due di Parma, iniziativa volta a costruire una formazione teatrale permanente che coinvolge studenti di tutta l’età, professionisti della scena in nome di una consapevolezza dei mestieri e della politica del teatro; Titivillus editore per l’impegno profuso nella documentazione del teatro contemporaneo, delle sue molteplici espressioni artistiche e poetiche.

11. La mélancolie des Dragons, di Philippe Quesne, per la forza desituante e la capacità di creare un mondo popolato da un’umanità sospesa fra tragedia e comicità che lascia a bocca aperta e sa divertire e immalinconire al tempo stesso; Riding on a Cloud di Rabih Mroué per la capacità di intrecciare storia personale del protagonista e la storia del Libano in un commovente e poetico ‘Ultimo nastro di Krapp’ contemporaneo. Les Limbes, di Etienne Saglio per la capacità di raccontare l’eterno duello fra l’uomo e la paura della morte, il duello fra l’io e l’Es, il tutto realizzato con la leggerezza della nouvelle magie e di un teatro d’immagine e poesia di grande impatto emotivo.

 

 

ANTONIO AUDINO

1. En avant, marche!, regia di Alain Platel; Laika, regia di Ascanio Celestini.

2. Federico Tiezzi per Calderón.

3. Gregorio Zurla (scene), Giovanna Buzzi e Lisa Rufini per Calderón di Federico Tiezzi.

5. Sandro Lombardi per Calderón; Ascanio Celestini per Laika; Umberto Orsini per Il prezzo.

7. Riccardo Lanzarone.

8. David è morto, Babilonia Teatri.

9. Torino Danza.

11. Barons perchés di Mathurin Bolze.

 

 

SANDRO AVANZO

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; Materiali per una tragedia tedesca, regia di Fabrizio Arcuri; Geppetto e Geppetto, regia di Tindaro Granata.

2. Fabrizio Arcuri per Materiali per una tragedia tedesca; Valerio Binasco per Il bugiardo; Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo per I quattro moschettieri in America.

3. Roberto Crea per Animali notturni; Andrea Simonetti per Candide; Lino Fiorito per Amore.

4. Alessandro Nidi, per tutta l’attività 2015-2016; Pablo Esbert Lililenfeld per Aurora di Alessandro Sciarroni.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton; Luigi Lo Cascio per Questa sera si recita a soggetto.

6. Marta Cuscunà per Sorry, boys.

7. Leonardo Lidi; Angelo Campolo; Claudia Marsicano.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Geppetto e Geppetto.

9. Carlo Mangolini, Operaestate; Luca Ricci, Kilowatt Festival; Pietro Valenti, Festival Vie e Ert.

10. Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, spazio Marcidofilm!; L’Arboreto.

11. Žuvédra (Il Gabbiano), regia Oskaras Koršunovas; Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, regia di Jan Fabre.

 

 

ANNA BANDETTINI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella, un progetto artistico complesso, visionario e coraggioso, con un regista che per cinque mesi si dedica a giovani attori costruendo una grammatica espressiva davvero innovativa. Ce ne vorrebbero ogni anno di più.

2. Federico Tiezzi per Calderón e Questa sera si recita a soggetto: pochi registi, forse solo Luca Ronconi, riusciva a fare più regie in una sola stagione di una qualità così alta.

3. Lino Fiorito per Amore di Cimone/Sframeli: per la semplicità, l'eleganza e l'ironia della scena.

5. Umberto Orsini per Il prezzo, regia di Massimo Popolizio: una interpretazione variegata e di grande solidità artistica, dove è così bravo che si permette di giocare con la propria età; Paolo Pierobon per il Danton di Georg Büchner: nel personaggio di Robespierre raccoglie il meglio della propria padronanza scenica; Sandro Lombardi per Calderón, un esempio della sua sapienza scenica che ormai supera con naturalezza ogni barriera tecnica.

6. Lucia Mascino per Candide, spigliata e ormai protagonista; Angelica Liddell per Prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Cantata BWV 4, Christ lag in Todesbanden. Oh, Charles! per la profondità, l'originalità e per come trasforma la sua recitazione in urlo.

7. Serena Balivo, una attrice già sapiente specie in Esilio.

8. Amore di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli, ironico, profondo, dolcissimo sguardo sui sentimenti di un grande scrittore beckettiano; Tre di coppie di Franco Scaldati, regia di Franco Maresco

9. (ex aequo) Pietro Valenti, direttore di Emilia Romagna Teatro per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia: ha fatto quello che dovrebbero fare i teatri nazionali e nessuno fa; Linda Di Pietro, anima, mente e cuore del Festival di Terni, la più innovativa manifestazione teatrale; Centrale Fies per Drodesera.

10. Fausto Malcovati: per aver trasmesso la sua conoscenza della storia della letteratura teatrale russa a molti artisti del teatro italiano; Amleto a Gerusalemme per il modo poco ideologico con cui ci ha presentato la cultura palestinese; Terreni Creativi Festival; Zona K, l’associazione culturale milanese di Valentina Picariello e Valentina Kastlunger è la più vivace novità teatrale milanese, intreccio di arti e culture; Roberto Castello per il percorso pluriennale.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, regia di Jan Fabre, presentato al Festival Romaeuropa: uno di quei progetti impossibili che diventano realtà.

 

 

ROSSELLA BATTISTI

1. Il lago dei cigni di Alexei Ratmansky alla Scala di Milano (il più bello visto in almeno vent’anni); Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, di Antonio Latella.

2. Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo per I quattro Moschettieri in America; Federico Tiezzi per Calderón.

3. La scenografia fantastica dello Schiaccianoci di Giuliano Peparini all’Opera di Roma.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton.

6. Elena Bucci (tutti gli spettacoli).

7. Leonardo Lidi per Santa Estasi; Letizia Bravi dei Guinea Pigs.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

9.Trend. Nuove frontiere della scena britannica, a cura di Rodolfo di Giammarco.

10. Premio alla memoria per Simone Carella; premio a Nexo Digital per l’attività di diffusione al cinema di spettacoli del Royal Opera House e del teatro di Kenneth Branagh.

11. Žuvédra (Il Gabbiano), di Oskaras Koršunovas.

 

 

MARIO BIANCHI

1. Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor, spettacolo che tra passato e presente entra di petto sul tema fondamentale dell'educazione in modo profondamente anomalo e coinvolgente; I quattro moschettieri in America de I Sacchi di Sabbia, spettacolo che - utilizzando tutti i mezzi che il teatro possiede - si configura come un divertissement di rara intelligenza e godibilità.

2. Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà: il regista riadatta in modo geniale e inventivo un testo teatrale e un famoso film della tradizione napoletana; Alessandro Serra per H+G: una trasposizione di forte emozione di una fiaba senza tempo con attori diversamente abili.

3. Lino Fiorito per il progetto scenico di Amore di Scimone Sframeli: l’allestimento rende unico nella sua apparente semplicità un testo originale e poeticamente sensibile.

4. Pablo Esbert Lilienfeld per Aurora di Alessandro Sciarroni: mettendo in scena una vera e propria partita di goalball, disciplina sportiva rivolta a non vedenti e ipovedenti reinventa il concetto stesso di suono teatrale rivolto alla dimensione del tempo.

5. Simone Perinelli, autore attore di grande efficacia, per Made in China - Postcards from Van Gogh; Leonardo Lidi per l'interpretazione di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Oscar De Summa per La sorella di Gesù Cristo.

6. Francesca Pennini per 10 miniballetti; Chiara Bersani per la sua interpretazione di David è morto di Babilonia Teatri; Marta Cuscunà per Sorry, boys.

7. Claudia Marsicano, giovane attrice straordinaria negli spettacoli di Silvia Gribaudi e Simone Perinelli; Serena Balivo, attrice straordinaria negli spettacoli della piccola compagnia Dammacco; Angelo Campolo, attore, regista e performer, direttore didattico di “Laudamo in Città”, progetto di formazione e produzione che ha coinvolto diverse compagnie under 35 della scena italiana e curatore di “Progetto Parola Pasolini”: ha portato sulla scena, come autore e regista, un gruppo di giovani migranti africani affiancati da attori italiani in Vento da sud est.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia di Antonio Latella, produzione Ert: bellissimo evento dove sette giovani drammaturghi - guidati da Antonio Latella - hanno scelto di declinare il mito e le vicende della stirpe degli Atridi attraverso otto testi messi in scena da sedici giovani attori; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata: testo e regia coraggiosa nella sua disarmante semplicità che affronta in modo coraggioso il tema della paternità delle coppie omosessuali.

9. La Corte Ospitale, luogo di residenza creativa a Rubiera dove il teatro viene curato con amore e disinteresse da un gruppo di operatori giovani e preparati.

10. L'Arboreto, luogo magico dove il teatro si crea, si fabbrica, si vivifica; Latitudini: rete di drammaturgia siciliana che unisce gran parte delle compagnie dell'isola; IT Festival a Milano: evento che raccoglie il teatro invisibile.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, spettacolomonstre” di Jean Fabre dove il tempo per 24 ore si ferma e il teatro viene coniugato in tutte le sue forme.

 

 

GIOVANNI BOCCIA ARTIERI

1. Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor per la capacità di trattare con sensibilità sociale il tema dell’educazione, riattribuendole un senso politico originario. I giovani performer in scena restituiscono il senso di inadeguatezza e disagio per una struttura biopolitica come è la scuola; l’incapacità di dare risposte di senso sul presente indicata dal lavoro mostra l’urgenza di ripensarla. L’intreccio drammaturgico e visuale, tra video e scena, tra brani di diversa letteratura, collassa lo spazio-tempo dialogico in modo efficace.

2. Pascal Rambert per Prova: un sapiente lavoro di messa in scena del confine tra pubblico e privato, fatto di micro movimenti sulla scena che compongono un equilibrio fra pieno e vuoto, lo sguardo metateatrale del Rambert regista collassa con quello del Rambert autore.

3. L’allestimento de Il Furioso di Lenz Fondazione, con la regia di Maria Federica Maestri, dona vitalità agli spazi morti del Padiglione Rasori dell’ospedale di Parma e ne cattura il portato simbolico tra installazioni in cui immergersi, connessioni rizomatiche date dall’attraversamento dei luoghi capaci di generare un senso di serialità e una fantasmagoria accentuata dai costumi che esaltano le qualità dei bravissimi attori sensibili.

5. Oscar De Summa per La sorella di Gesucristo: De Summa è la voce amplificata di un’intera generazione e il suo riempire la scena con monologhi divertenti e struggenti lascia nel pubblico un segno che non è solo emotivo ma pare capace di scavare più a fondo: in un orientamento di senso che la parola del teatro dovrebbe disegnare.

6. Marta Cuscunà per Sorry, boys: attrice di estrema versatilità capace di portare sulla scena, con la sua presenza (ed assenza), la lingua di resistenze femminili in epoca di post-femminismo.

7. Chiara Bersani incarna la contaminazione tra performing art e danza contemporanea in un corpo politico che sottrae lo spettatore all’indifferenza.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, Emilia Romagna Teatro Fondazione, regia di Antonio Latella: potente progetto che riaffonda il teatro nelle sue radici mantenendo lo spettatore ancorato a un forte senso di contemporaneità. Lavoro corale guidato dalla regia sulla riscrittura di classici del teatro greco da parte di otto drammaturghi e da una messa in scena con sedici giovani allievi della scuola di Alta Formazione di ERT capaci di dare conto di registri diversi in scena. Il lavoro è stato sapientemente accompagnato da un’attività comunicativa online di narrazione del percorso di lavoro, che si è spalmata fra la declinazione settimanale su Youtube e quella (quasi) quotidiana su Facebook, e su forme di engagement su Instagram attorno all’hashtag #santaestasi.

9. Silvia Bottiroli per Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza. È in questo ultimo anno di cura del Festival di Santarcangelo che il progetto di Silvia Bottiroli si evidenzia nel modo più compiuto, sviluppando il ripensamento del rapporto con una dimensione pubblica e trovando una sintesi efficace tra tradizione e innovazione (di formati, linguaggi, discipline). L’apertura partecipativa si è resa più evidente, da un lato, nel coinvolgimento di una molteplicità di pubblici (oltre la settorializzazione) e, dall’altro, sostenendo la dimensione produttiva; saturando spazialità diverse della città tra performance, installazioni, spettacoli, feste, ecc.; progettando un’esperienza del tempo dilatata (sia con spettacoli che ne rielaborano il senso che negli attraversamenti notturni festivalieri).

10. Roberto Castello per il suo percorso di artista che lo porta a trovare un efficace equilibrio fra impegno politico e capacità di parlare a pubblici diversi attraverso un approccio anti elitario alla teatro contemporaneo.

11. La nuit des taupes (Welcome to Caveland!), regia di Philippe Quesne: per la capacità di traslare i rituali della quotidianità in un immaginario antropomorfo che trascina lo spettatore in un percorso sensoriale di abbandono e che riattiva una qualità ancestrale e animale dei vissuti.

 

 

SILVIA BOTTIROLI

1. Natten di Mårten Spångberg per la maturità di una scrittura coreografica che riscrive le coordinate di spazio e tempo reinventando un intero contesto di fruizione, e quindi un senso alla rappresentazione e all’esperienza estetica del performativo.

2. Leonardo Delogu, Valerio Sina, Hélène Gautier per L’uomo che cammina, per la proposta di un’idea di regia come desiderio e capacità dello sguardo e per la tessitura raffinata di realtà e finzione, che interroga il paradigma consolidato del site-specific.

3. La scena di Hey di Michele Di Stefano, come premio allo spettacolo nel suo complesso, proprio perché opera in cui tutti i linguaggi visivi concorrono pienamente a una scrittura scenica originale e profondamente libera, anche dalle proprie ossessioni.

4. Lumen di Luigi De Angelis e Emanuele Wiltch Barberio per la concezione del progetto sonoro come punto di origine della creazione scenica, per la profondità della ricerca etnoantropologica e musicale, per la capacità di creare attraverso la musica una ritualità contemporanea.

5. Tutti gli attori e attrici di La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo (dramma del pensiero in III atti) di Lucia Calamaro, per il lavoro magistrale di fusione con la drammaturgia e di iniezione di vita nei personaggio e nella scrittura scenica dello spettacolo.

6. Accanto all’indicazione per il premio precedente (che di per sé riassumerebbe anche questa categoria), segnalo Miet Warlop per Dragging the bone, come riconoscimento a tutto il lavoro dell’artista e performer belga, al suo modo di creare e abitare la scena.

7. Annamaria Ajmone per Tiny Extended e complessivamente per il suo lavoro di interprete, non solo delle proprie creazioni coreografiche.

8. Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor per la serietà del progetto drammaturgico.

9. (Avendo ricoperto un incarico di direzione nel 2015/2016, non esprimo un voto per questa voce)

10. Xing per il complesso della sua attività di sostegno alla creazione performativa interdisciplinare, per il rigore delle sue scelte coproduttive e di programmazione, per la lucidità di sguardo e la politica culturale della sua vitalità resistente; Azdora di Markus Ôhrn (con la collaborazione di Stefania Alos Pedretti) per il processo di lavoro e l’incontro tra una radicalità espressiva e un contesto specifico. In un’epoca in cui si moltiplicano pratiche partecipative in arte, Azdora mostra una strada di lavoro che si fonda sulla durata, sull’impegno reciproco e su una collaborazione non esente da divergenze o conflitti tra artisti, operatori culturali e cittadini; Atlante del gesto di Virgilio Sieni alla Fondazione Prada di Milano, per il ripensamento del rapporto tra istituzione museale, contesto espositivo e ricerca coreografica e l’attivazione di una nuova forma di spettatorialità.

11. La melancholie des dragons di Philippe Quesne per la visionarietà di una scena che inventa mondi paralleli e impossibili senza rinunciare a un aggancio forte con la realtà. Ospitato da Centrale Fies a Dro, è anche un premio al lavoro di ricerca e progettazione internazionale svolto in Italia dai festival, che continuano a essere tra i pochissimi (se non, talvolta, gli unici) soggetti capaci di presentare il miglior teatro internazionale al pubblico italiano.

 

 

ROBERTO CANZIANI

1. Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor: così abbiamo scoperto che ci vuole Socrate per rimettere al centro del discorso la formazione dei futuri (spettatori) italiani.

2. Antonio Latella per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia: il formato della maratona è l’antidoto più santo ed efficace contro il veleno del teatro neoborghese da 90 o 120 minuti.

3. Maria Spazzi, in particolare per Tre alberghi, regia di Serena Sinigaglia. Voto Spazzi da parecchie edizioni e in parecchi premi. Sarebbe ora che una piccola maggioranza si accorgesse del suo bell’intuito scenografico.

4. Mi piacerebbe segnalare la colonna sonora, da urlo, che fa da corredo a Raf-fiche (Rafales) di Motus. Ma credo che lo “studio” visto in agosto all’Arsenale di Venezia per il festival della Biennale non valga come debutto. Peccato.

5. Oscar de Summa complessivamente per La trilogia della provincia*. Vi piace dire monologo? Fatelo. O magari preferite storytelling. Resta il lavoro di De Summa in scena. Totalmente fuori dell’asfissia scolastica dei narra-attori.

6. Maria Paiato e Adriana Scommegna, per Due donne che ballano, regia di Veronica Cruciani. Non una sola, ma le due facce di un male di vivere che credo di avere realmente incontrato. Qualche volta.

7. Marta Cuscunà per Sorry, boys: una performer che sa trasformare in performer ben 16 “teste mozze”. E le fa parlare come Donald Trump. Geniale.

8. Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata: nel tempo appena trascorso delle polemiche su stepchild adoption, le contraddizioni e i dubbi che la paternità 2x comporta. Un autore (e interprete) che sa “stare sul pezzo”.

10. Efestoval - Festival teatrale itinerante nei Campi Flegrei, con la direzione Mimmo Borrelli. Credo che un festival, anzi un efestoval, sia la misura giusta per metterci dentro tutte le cose che Borrelli sa e ha da dire. E sono così tante che i suoi spettacoli non bastano.

11. Eugene Onegin. Capitoli scelti dal romanzo in versi, regia di Rimas Tuminas, visto al 59. Festival dei Due Mondi di Spoleto; E se elas fossem para Moscou?, ideazione e regia di Christiane Jatahy, visto al 44. Festival Internazionale del Teatro - La Biennale di Venezia; Lecture on Nothing, regia, allestimento e interpretazione di Robert Wilson, visto al 59. Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dai primi due sono rimasto letteralmente affascinato, per il livello indiscutibile della scuola teatrale russa e la simbiosi di teatro e cinema della regista cross-over brasiliana. Deluso, invece, dalla Conferenza sul nulla di Cage officiata da Wilson: ma il suo carisma, il solo stare in scena, valgono la segnalazione.

 

 

MORENO CERQUETELLI

1. Morte di Danton, regia di Mario Martone; Il prezzo, regia di Massimo Popolizio; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Federico Tiezzi per Calderón; Andrea Baracco per Romeo e Giulietta; Valerio Binasco per Il bugiardo.

3. Margherita Palli per Gabbiano di Carmelo Rifici; Ursula Patzak per i costumi di Morte di Danton, regia di Mario Martone; Alessandro Camera per Vita di Galileo, regia di Gabriele Lavia.

4. Arturo Annecchino per le musiche originali de Il bugiardo di Valerio Binasco; Zeno Gabaglio per le musiche originali di Gabbiano, regia di Carmelo Rifici; Hubert Westkemper per Morte di Danton, regia di Mario Martone.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton; Massimo Popolizio per Il prezzo; Luigi Lo Cascio Questa sera si recita a soggetto.

6. Sandra Toffolatti per Credoinunsolodio; Giulia Weber per Amore; Roberta Caronia per Il berretto a sonagli.

7. Angelo Campolo; Roberto Caccioppoli per China Doll - Sotto scacco; Federica Sandrini per Macbeth, regia di Luca De Fusco.

8. Utoya di Edoardo Erba; Amore di Spiro Scimone; I tre moschettieri in 8 puntate, regia di Beppe Navello.

9. Luca Barbareschi per il Teatro Eliseo; Luca Ricci di Kilowatt Festival per il progetto Be SpectACTive.

10. Compagnia dei Giovani creata dal Teatro Stabile dell’Umbria.

11. Eugene Onegin. Capitoli scelti dal romanzo in versi, di Rimas Tuminas; Bob, di Anne Bogart; Duo d'Eden di Maguy Marin.

 

 

TOMMASO CHIMENTI

1. Miseria&Nobiltà, regia di Michele Sinisi; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; Sanghenapule. Vita straordinaria di San Gennaro, regia di Mimmo Borrelli.

2. Antonio Latella per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà; Alessandro Serra per H+G.

3. Horcynus Orca. Transito e ricongiungimento, regia di Claudio Collovà; Vania, di Compagnia Oyes; Fedra, di Andrea De Rosa.

4. Orfeo Rave, di Emanuele Conte e Michela Lucenti, Teatro della Tosse.

5. Tommaso Amadio per Il turista; Simone Perinelli per Made in China - Postcards from Van Gogh; Mimmo Borrelli per Sanghenapule. Vita straordinaria di San Gennaro.

6. Caroline Baglioni per Gianni; Manuela Mandracchia per Horcynus Orca. Transito e ricongiungimento; Ilaria Matilde Vigna per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

7. Leonardo Lidi per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; il duo DispensaBarzotti; Giuliana Vigogna per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

8. Drammatica elementare, dei Fratelli Dalla Via; Truman Capote, questa cosa chiamata amore, di Massimo Sgorbani; Amore, di Spiro Scimone.

9. Stefano Massini per Il Piccolo Teatro Milano; Beppe Navello per Teatro Astra Torino; Giuseppe Miale di Mauro e Francesco di Leva per il Nest Napoli.

10. I tre moschettieri, Teatro Astra Torino. Orfeo Rave, Teatro della Tosse Genova. IT Festival, Milano.

11. Golem, 1927. La partida, di Vero Cendoya. La grenouille avait raison, di James Thierrée.

 

 

RITA CIRIO

1. 887, regia di Robert Lepage.

2. Robert Lepage per 887.

3. 887 di Robert Lepage; Il gabbiano di Thomas Ostermeier.

4. Jean-Sébastien Coté per 887 di Robert Lepage.

5. Robert Lepage per 887.

7. Angelo Campolo.

11. Les aiuguilles et l’opium, regia di Robert Lepage; Eugene Onegin. Capitoli scelti dal romanzo in versi, regia di Rimas Tuminas.

 

 

FRANCO CORDELLI

1. Pouilles. Le ceneri di Taranto, regia di Amedeo Fago.

2. Antonio Latella per L’importanza di essere Earnest.

3. En avant, marche! di Alain Platel.

5. Umberto Orsini per Il prezzo.

6. Imma Villa per Fedra.

8. Istruzioni per non morire in pace 1.Patrimoni, 2.Rivoluzioni, 3.Teatro, di Paolo Di Paolo.

9. Pietro Valenti.

10. Teatro Potlach e Pino Di Buduo; Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi.

11. Vortex temporum, di Anne Teresa De Keersmaeker.

 

 

MASOLINO D’AMICO

1. Calderón, regia di Federico Tiezzi; Orestea, regia di Luca De Fusco; Morte di Danton, regia di Mario Martone.

2. Cesare Lievi per Alcesti; Federico Tiezzi per Calderón; Liliana Cavani per Filumena Marturano.

3. Federica Parolini per Come vi piace; Antonio Panzuto per Il deserto dei tartari.

4. Ran Bagno per Orestea - Agamennone / Coefore e Eumenidi.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton; Geppy Gleijeses per Filumena Marturano.

6. Sabrina Impacciatore per Venere in pelliccia; Gaia Aprea per Casa di bambola; Mariangela D’Abbraccio per Filumena Marturano.

7. Roberto Caccioppoli.

11. Les aiguilles et l’opium, di Robert Lepage.

 

 

TITTI DANESE

1. Calderón, regia di Federico Tiezzi: spettacolo rigoroso, ironico, poetico che attraversa la Storia e documenta la grande vitalità del teatro di Pasolini; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella: un grande affresco tra ironia e melodramma.

2. Federico Tiezzi per Calderón: una regia lucida e appassionata a rappresentare il teorema pasoliniano; Mario Martone per Morte di Danton: un allestimento importante, una grande ricostruzione storica, un cast di attori straordinari diretti in maniera esemplare; Valter Malosti per Il berretto a sonagli: un felice primo incontro con Pirandello e con la lingua dialettale e beffarda di un testo politicamente scorretto.

3. Candide di Fabrizio Arcuri: per tutto l’allestimento scenico con particolare riferimento ai costumi; Lino Fiorito per le scene di Amore di Scimone Sframeli.

4. Alessandro Sciarroni per Aurora, musiche di Pablo Esbert Lilienfeld.

5. Sandro Lombardi per Calderón; Paolo Pierobon per Morte di Danton.

6. Elena Bucci per Macbeth Duo; Iaia Forte per Morte di Danton.

7. Angelo Campolo.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famigli di Antonio Latella; Materiali per una tragedia tedesca di Fabrizio Arcuri.

9. Trend. Nuove frontiere della scena britannica, di Rodolfo Di Giammarco.

10. Simone Carella, premio speciale in memoria.

11. Žuvédra (Il Gabbiano) di Oskaras Koršunovas.

 

 

TIBERIA DE MATTEIS

1. Il prezzo, regia di Massimo Popolizio.

2. Massimo Popolizio per Il prezzo.

3. Il prezzo.

4. Mario Incudine per Il casellante.

5. Moni Ovadia per Il casellante; Giuseppe Pambieri per Centomila, uno, nessuno; Umberto Orsini per Il prezzo.

6. Pamela Villoresi per Zoo di vetro; Alvia Reale per Il prezzo; Cinzia Maccagnano per Le Troiane di Seneca.

8. Utoya di Edoardo Erba; Amore di Spiro Scimone; Spaccanapoli times di Ruggero Cappuccio.

 

 

FRANCESCA DE SANCTIS

1. Candide di Mark Ravenhill, regia di Fabrizio Arcuri, per aver saputo ben amalgamare linguaggi e registri diversissimi; Calderón, regia di Federico Tiezzi, per averci regalato un grande affresco storico.


2. Federico Tiezzi per Calderón, regia brillante e precisa.


3. Calderón per l’originalità e la fantasia.


4. Candide per le musiche potenti eseguite dal vivo da H.e.r.


5. Sandro Lombardi per la completezza dell’interpretazione in Calderón; Ascanio Celestini per Laika.


6. Francesca Mazza e Lucia Mascino per l’efficace interpretazione in Candide.


7. Aleksandros Memetaj per l’ottima interpretazione del monologo Albania casa mia.


8. La sorella di Gesucristo di Oscar De Summa, per aver costruito dei monologhi polifonici che ci raccontano un mondo; Amore di Scimone/Sframeli, per l’ironia tagliente; Laika di Ascanio Celestini, per aver costruito un testo in cui convivono indignazione e divertimento.


9. Linda Di Pietro, direttrice artistica del Terni Festival, per la sua visione libera.


10. Efestoval - Festival dei Vulcani a cura di Mimmo Borrelli, per aver ripopolato i Campi Flegrei attraverso il teatro di memoria; Ulderico Pesce, per avere dimostrato, in 30 anni di carriera, che il teatro può essere anche uno strumento di lotta e di denuncia e nello stesso tempo emozionare.


11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h di Jan Fabre, perché il teatro crea comunità; La dictatura de lo cool, de La Re-Sentida per il coraggio

irriverente; Barons perchés di Mathurin Bolze, per la bellissima coreografia, poetica e leggiadra.

 

 

STEFANO DE STEFANO


1. Il prezzo, regia di Massimo Popolizio.


2. Ruggero Cappuccio per Spaccanapoli times.


3. Il gabbiano di Thomas Ostermeier.


4. Ran Bagno per Macbeth.


5. Enrico Ianniello per Eternapoli.


6. Imma Villa per Fedra.


7. Maria Laila Fernandez per Calderón.


8. Dalla parte di Zeno di Valeria Parrella, regia Andrea Renzi; Ruggero Cappuccio per Spaccanapoli times.


9. Mimmo Borrelli per Efestoval.


10. Il vecchio fango a cura del Teatro dei Sensi Rosa Pristina, sezione napoletana de Los sentidos di Vargas, regia di Susanna Poole; Teatro Nest di San Giovanni a Teduccio per la sfida di qualità proposta da un gruppo di giovani attori, autori e registi in un quartiere difficile della periferia ex industriale napoletana.


11. Money! di Zoo Théâtre, regia di Françoise Bloch; Macbeth di Brett Bailey; St/ll di Shiro Takatani.

 

 

RODOLFO DI GIAMMARCO

1. Fedra di Andrea De Rosa; In girum imus nocte et consumimur igni di Roberto Castello; Aurora di Alessandro Sciarroni.

2. Mario Martone per Morte di Danton; Antonio Latella per L’importanza di essere Earnest; ricci/forte per PPP Ultimo inventario prima di liquidazione.

3. 887 di Robert Lepage; 10 miniballetti di Francesca Pennini; Sistema Cechov - Zio Vanja, regia di Filippo Gili, scena di Francesco Ghisu.

4. Schwanengesang, Romeo Castellucci; La regina dada, Stefano Bollani; Sono Pasolini, Giovanna Marini.

5. Robert Lepage per 887; Eros Pagni per China Doll. Sotto scacco; Umberto Orsini per Il prezzo.

6. Michela Lucenti per Killing Desdemona; Roberta Caronia per Il berretto a sonagli; Anna Foglietta per La pazza della porta accanto.

7. Sara Putignano; Giuseppe Sartori; Francesca Pennini.

8. 887 di Robert Lepage; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, ciclo contemporaneo di tragedie greche con regia di Antonio Latella; La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, di Lucia Calamaro.

9. I fratelli Russo per il Teatro Bellini; Fabrizia Maggi per il CSS di Udine; Fabrizio Arcuri per Short Theatre.

10. La scuola dei mestieri dello spettacolo diretta da Emma Dante al Teatro Biondo di Palermo; Archivio Zeta per il modo di progettare, sia a livello del mare sia in montagna; progetto Stabat Mater di Giorgia Nardin a OperaEstate Festival 2016; progetto Misteri e fuochi sulla via Francigena di Puglia; Massimiliano Civica per Parole imbrogliate.

11. La posibilidad que desaparece frente al paisaje, di El Conde de Torrefiel; Vortex temporum, di Anne Teresa De Keersmaeker; E se elas fossem para Moscou?, di Christiane Jatahy.

 

 

LORENZO DONATI

1. Prova, regia di Pascal Rambert, manifesto sulla fine dell'utopia di un'arte come prosecuzione della politica con altri mezzi; Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor per essersi guadagnati negli anni la possibilità di parlare di educazione assumendone la sfida negli elementi della forma teatrale; Amore, di Scimone/Sframeli, spettacolo disperato ma con un ineffabile sguardo al futuro.

2. Andrea Adriatico per Is, Is Oil di Teatri di Vita, sapiente montaggio di una frammentata materia letteraria pasoliniana resa unitaria grazie al teatro; Virgilio Sieni per Isolotto, per l’idea di coreografia che si manifesta nel suo farsi, come solo un maestro può fare; Francesca Pennini per 10 miniballetti, per lo sguardo personale che evita l'ombelicale, ma al contrario si mantiene disegno per sé e per gli altri.

3. Le macchine, le scale di ferro, le rotaie avanguardistiche celibi di Marmo – Su una civiltà esausta di Masque Teatro, una visione della scena che si fa discorso drammaturgico; la teoria di corde semplicemente teatrali e metaforicamente da navigazione in ECUBA – Porti e periferie del Mediterraneo (quarta azione) di Laminarie; l'abitazione volumetrica dello spazio, cui corrispondono per lo spettatore diverse posture e naturalmente differenti spunti narrativi in Manuale della figura umana. Allestimento di un impaginato di Fiorenza Menni.

4. Dan Kinzelman per Kudoku di Daniele Ninarello & Dan Kinzelman, spettacolo dove la dimensione improvvisativa di musica e corpo costruisce uno spazio sonoro che accoglie entrambi gli elementi; E’ Bal di Roberto Magnani del Teatro delle Albe, con le musiche dal vivo di Simone Marzocchi, lavoro nel quale la partitura poetica in dialetto romagnolo viene “eseguita” da un attore che indossa una forma con elementi drammatici e sonori, producendo “musica”; la partitura per pizzichi e frammenti, prossima al disfacimento ma anche vicina a nuovi inizi, composta ed eseguita da Giacomo Piermatti e Matteo Ramòn Arevalos in Marmo - Su una civiltà esausta di Masque Teatro.

5. Al percorso di attore/autore/regista (artista) di Oscar De Summa che, dopo Stasera sono in vena, con La sorella di Gesucristo trova una “variazione sul tema” anche nella ricerca attorale mantenendosi in tensione fra epica e dramma; Daniele Ninarello per Kodoku, presenza corporea vibrante come una corda musicale a pochi metri da chi guarda; Luca Lazzareschi per Prova di Pascal Rambert, e ancora prima in Clôture de l'amour, spettacoli in cui personaggi che ci appaiono quotidiani, manifestano la densità e complessità della così nominata naturalezza della recitazione in prosa.

6. Marta Cuscunà, narratrice, manipolatrice, voce, attrice, medium in Sorry, boys; Annamaria Ajmone per Tiny Extended, danzatrice e autrice la cui stratificazione energetica si fa segno di poetica.

7. Caroline Baglioni e il suo personaggio Gianni, calco imitato dal vero; Massimo Scola, duttile polifonico personaggio gogoliano per Memorie di un pazzo; Chiara Bersani, magnetica sfrontata delicata performer in diverse produzioni.

8. Il cielo in una stanza di Emanuele Valenti (Punta Corsara) e Armando Pirozzi, scavo storico e sociologico nelle illusioni di una classe media italiana in cerca di riscatto, “carotata” dalla città di Napoli; David è morto di Babilonia Teatri, feroce disilluso cinico disperato apologo sulla vita in provincia; Mad in Europe di Angela Demattè, coraggioso e poco frequentato tentativo di autobiografia del continente europeo.

9. Il percorso di spettacoli e incontri che ha attraversato la città di Bologna in Pilade/Pasolini di Archivio Zeta; Il festival Periferico di Modena, domanda in atto sul ruolo dell'arte nei contesti urbani decentrati che non rinuncia a creare interventi artistici; al Teatro delle Ariette e alla vocazione di tessitura comunitaria con i festival ‘A teatro nelle case’ e ‘Territori da cucire’.

10. Al progetto pluriennale ‘All!’ di Kinkaleri che ha prodotto diverse performance, spettacoli, azioni, laboratori in molti anni di lavoro, forgiando un nuovo alfabeto gestuale e di movimento che chiunque può potenzialmente fare proprio; al percorso pluriennale di Roberto Castello, coreografo, pedagogo, animatore di progetti, incontri, residenze e stagioni di danza; al progetto di residenza di scrittura siciliano “Write”.

11. La mélancolie des dragons, di Philippe Quesne; Vortex temporum, di Anne Teresa De Keersmaeker; Battlefield, di Peter Brook.

 

 

ROBERTA FERRARESI

1. Socrate il sopravvissuto/come le foglie, di Anagoor; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; In girum imus nocte et consumimur igni, regia di Roberto Castello.

2. Simone Derai per Socrate il sopravvissuto/come le foglie; Claudio Longhi per Istruzioni per non morire in pace 1.Patrimoni, 2.Rivoluzioni, 3.Teatro; Francesca Pennini per 10 miniballetti.

3. Ethica Natura e origine della ment; 10 miniballetti; Materiali per una tragedia tedesca.

4. Aurora di Alessandro Sciarroni; Materiali per una tragedia tedesca.

5. Gabriele Benedetti per Materiali per una tragedia tedesca; Umberto Orsini per Il prezzo.

7. Claudia Marsicano; Francesca Pennini; Marta Cuscunà.

8. Ethica. Natura e origine della mente di Romeo Castellucci, con testo di Claudia Castellucci; Santa Estasi, autori vari; Il giro del mondo in 80 giorni di Teatro Sotterraneo.

9. Centrale Fies e Festival Drodesera; Festival Contemporanea Prato; L'importanza di essere piccoli festival di Azzurra d'Agostino.

10. Alex Rigola, Biennale Teatro; Finestate festival; Fabulamundi.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, di Jan Fabre; E se elas fossem para Moscou?, di Christiane Jatahy.

 

 

ENRICO FIORE

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Enrico Castellani e Valeria Rimondi per David è morto; Thomas Ostermeier per Il gabbiano.

3. Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor.

4. Vangelo di Pippo Delbono.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton, ex aequo con Umberto Orsini per Il prezzo.

6. (ex aequo) Elena Arvigo per Donna non rieducabile. Memorandum teatrale su Anna Politkovskaja; Angélica Liddell per Prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Cantata BWV 4, Christ lag in Todesbanden. Oh, Charles!

7. Maria Laila Fernandez e Clio Cipolletta ex aequo per il Calderón di Francesco Saponaro.

8. Amore di Spiro Scimone.

9. Emilia Romagna Teatro.

10. Le pubblicazioni sul teatro di Titivullus.

11. Žuvédra (Il Gabbiano) di Oskaras Koršunovas.

 

 

GIGI GIACOBBE

1. Minetti_Ritratto di un artista da vecchio di Thomas Bernhard, regia di Roberto Andò: lavoro quasi esoterico, in cui s’incunea prepotentemente il fantasma del pittore belga James Ensor, precursore dell’espressionismo tedesco, ampiamente citato attraverso le maschere indossate dalle figure che contornano il personaggio di Minetti; Amore, di Scimone/Sframeli, una storia di due amori, uno etero e uno omo, entrambi vissuti con toni poetici e gesti amorevoli; Geppetto e Geppetto, regia di Tindaro Granata, spettacolo ispirato alla favola più conosciuta del mondo resa oltremodo attuale per come una coppia di uomini vuole formare una famiglia nuova dando vita al proprio figlio con la pratica dell’utero in affitto.  

2. Roberto Andò per Minetti_Ritratto d’artista da vecchio di Thomas Bernhard, colta e fine messinscena; Daniele Salvo per Il funambolo di Genet, che tocca tutti i generi dello spettacolo perseguendo un tipo di teatro totale teorizzato da Gropius e perseguito da Piscator; Claudio Collovà per Horcynus Orca da Stefano D’Arrigo, che tratta l’argomento come un’Odissea visionaria più vicina a noi o una nuova Commedia in tre tempi o in tre cantiche di memoria dantesca.

3. Gianni Carluccio per Minetti – Ritratto di un artista da vecchio (per aver ricreato luci giallo-arancio sì da ottenere un quadro fatiscente, baluginante, quasi alla maniera di Hopper, anche per l’immagine di una donna in rosso in primo piano). Luigi Perego per le scene di Alcesti di Euripide a Siracusa, regia di Cesare Lievi, per aver sintetizzato la reggia del re Admeto come lo scheletro di un palazzo laccato di rosso, col piano superiore in vista diviso in più scomparti o siparietti chiusi da tendaggi neri e con tre larghi scivoli/pedane che declinano verso l’orchestra occupata tutt’intorno da un fiorire di migliaia di papaveri rossi, quasi in stile pop. Fabiana Di Marco per le scene de Il funambolo secondo Daniele Salvo ha ridotto il parterre del Teatro Sannazzaro di Napoli a poche poltrone e il loro posto è stato occupato da una tonda pedana roteante di tipo circense, chiusa ai due lati da due scivoli che partendo dal proscenio giungono sino a metà di quella piattaforma, mentre il fondo del palcoscenico è stato occupato da uno schermo bianco, utile a proiettarvi immagini di repertorio da cinemateca (quelle curate da Paride Donatelli), riproducenti numeri di clown e acrobazie varie, domatori di leoni, belve ammansite, suonatori di violino, insomma quello che è il mondo del circo nell’immaginario collettivo.

4. Camposanto mon amour di Paride Acacia, storico protagonista dell’osannato musical Jesus Christ Superstar secondo Massimo Piparo, un musical in chiave pop rock di cui ha scritto la drammaturgia, collaborando alle musiche composte da Massimo Pino eseguite dal vivo con le chitarre di quest’ultimo, con le percussioni e batteria di Peppe Pullia e le tastiere di Simona Vita. Volevo essere brava! pure di Acacia liberamente ispirato a The perfect body ovvero Il corpo giusto di Eve Ensler, la stessa scrittrice de I monologhi della vagina e messo in scena con ritmi indiavolati in stile rock-punk e interpretato da otto-ragazze-otto gagliarde e volitive, disinibite e simpatiche in grado di cantare, ballare e muoversi ottimamente secondo i disegni coreografici di Sarah Lanza.

5. Roberto Herlitzka, forse l’unico attore vivente in Italia in grado di indossare i panni di Minetti aderendo incredibilmente al personaggio in modo da diventare la vera impalcatura drammaturgica di tutta l’opera. Massimo Venturiello, applaudito pedagogo a Siracusa nell’Elettra di Sofocle che ha esaltato il racconto della finta morte di Oreste durante la corsa dei carri con i cavalli ai grandi Giochi di Delfi. Mariano Rigillo nei possenti e fragili panni del Re Lear di Shakespeare, regia di Giuseppe Dipasquale, un personaggio in stile Bruegel il vecchio, con corona di spine nel finale che mette poi sulla testa di un altro povero cristo qual è Gloucester.

6. Anna Foglietta per La pazza della porta accanto di Claudio Fava, quasi una figurina espressionista sbucata fuori dai film di Murnau o Fritz Lang, con quei suoi capelli lisci tenuti da una forcina, puntuta nell’incedere in un fianco a piccoli passi e con una voce tendente al grido e alla ribellione. Giulia Weber per Amore di Spiro Scimone, nel ruolo d’una vecchietta integratasi perfettamente all’interno della compagnia messinese; una novità perché nei sette precedenti lavori di Scimone/Sframeli Nunzio, Bar, La festa, Il cortile, La busta, Pali, Giù, non compariva mai una presenza femminile in quanto tale, solo ne La Festa c’era una madre interpretata dallo stesso Scimone, poi più niente. Maddalena Crippa superba Clitennestra al Teatro Greco di Siracusa dai lunghi capelli biondi e avvolta da ampi abiti di due diverse tonalità di viola che nell’acceso dialogo con Elettra fa valere i suoi diritti di madre e di sposa di colui (Agamennone) che per ingraziarsi gli dei e dare inizio alla guerra di Troia non c’ha pensato due volte a sacrificare la figlia Ifigenia, adducendo che lo stesso sacrificio avrebbe potuto benissimo compierlo il cognato Menelao con uno dei suoi figli.

7. Angelo Campolo.

8. Amore di Spiro Scimone: come nello stile dell’autore i dialoghi sono incalzanti, densi di aure metafisiche, ironiche, allusive, mai volgari, quasi sospese in un vuoto senza tempo in cui tutto è comprensibile e in cui le battute finali dell’uno vengono ripetute dall’altro quando riprende a parlare. Vinafausa. In morte di Attilio Manca: la prima voce dialettale sta per Vena Falsa, ruotante attorno alla vicenda dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto – Messina - Attilio Manca morto in circostanze tuttora poco chiare. L’autore è il drammaturgo 26enne Simone Corso che ha debuttato il 14 gennaio 2016 nell'ambito della rassegna "Scenanuda" del Teatro Comunale "Beniamino Joppolo" di Patti (ME) e che io ho visto e recensito di recente in un nuovo teatrino di 70 posti di Messina che si chiama Clan Off Teatro; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata: complessa storia di rapporti umani, come spesso multiformi sono i rapporti umani, difficoltosi, indecifrabili, inspiegabili.

9. Orazio Torrisi direttore del Teatro Brancati di Catania (300 posti) che in maniera intelligente ha proposto commedie popolari portando il teatro ad avere nel giro di pochi anni tre mila abbonati. Giuseppe Ministeri organizzatore della Compagnia DAF di Messina “Teatro dell’esatta fantasia” il cui progetto Teatro “Laudamo in città”, incentrato su Pasolini, ha visto partecipare alla scuola diretta da Angelo Campolo circa 80 allievi, realizzando tra novembre 2015 e maggio 2016 tre spettacoli: uno di prosa (Vento da Sud Est) regia dello stesso Campolo; uno di danza (Terra che non sa) diretto da Sarah Lanza; uno di musica (Com’è alto il cielo) regia di Annibale Pavone e Celeste Gugliandolo, cumulando circa 1500-1700 spettatori nei tre spettacoli.

10. Daniele Gonciaruk che con la sua Scuola Sociale di Teatro (allievi dai 15 ai 75 anni) ha allestito lo spettacolo Shakespeare horror story nel Forte San Salvatore del XVI secolo in cui si erge la Madonnina del Porto di Messina (su cui sta scritto a lettere cubitali Vos et ipsam civitatem benedicimus), rendendo fruibile una location impensabile.

11. Lecture on nothing di John Cage, regia, scene e luci di Bob Wilson: spettacolo affascinante, divertente a volte come alcune pièces di Beckett, spesso volutamente irritante e profondamente stimolante e Wilson lo rende eccezionalmente interessante, quasi come un testo del teatro dell’assurdo in cui si esalta il niente, il nulla; Les aiguilles et l’opium di Robert Lepage: spettacolo attraente, geniale per il modo come Lepage lo ha messo in scena inventandosi una scatola quadrata del tempo che poi è un grande cubo con tre facce che si muove roteando in mezzo al palcoscenico evidenziando spesso la camera n.9 dell’Hotel de La Lousiana di Parigi.

 

 

MADDALENA GIOVANNELLI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella. Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor; In girum imus nocte et consumimur igni, regia di Roberto Castello.

2. Simone Derai per Socrate il sopravvissuto/come le foglie; Roberto Zappalà per I am beautiful; Francesca Pennini per 10 miniballetti.

3. Carlo Sala per Harper Regan; Graziella Pepe per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Luigina Tusini/Accademia degli Artefatti per Materiali per una tragedia tedesca.

4. Pablo Esbert Lilienfeld per Aurora di Alessandro Sciarroni; Mauro Martinuz per Socrate il sopravvissuto/come le foglie; Puccio Castrogiovanni per I am beautiful.

5. Lino Musella per Strategie fatali; Michele Sinisi per Miseria&Nobilità; Michele di Giacomo per Le buone maniere. I fatti della Uno Bianca.

6. Annamaria Ajmone per Tiny Extended; Anna Della Rosa per Prova; Valentina Picello per Le donne gelose.

7. Claudia Marsicano; Camilla Semino Favro; Valentino Mannias.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, di Antonio Latella; La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata.

9. L’Arboreto di Mondaino per il lavoro costante e instancabile sulle Residenze creative: uno spazio fondamentale di crescita per le realtà teatrali italiane; Archivio Zeta per Pilade di Pasolini: un lavoro di interrogazione profonda sul ruolo del teatro pasoliniano oggi, che diventa momento di condivisione civica e accorcia i confini tra polis e teatro; FineEstate Festival, network capace di favorire la circuitazione di proposte artistiche tra Italia e estero: un obiettivo fondamentale da perseguire in un momento di cronica carenza di risorse.

10. Roberto Castello, In girum imus nocte et consumimur igni come ulteriore tappa di un percorso coreografico coerente ed incisivo, in grado di plasmare profondamente la scena coreografica italiana. Dom, L’uomo che cammina: una creazione nata in profonda relazione al territorio, capace di diventare vera e propria drammaturgia dei luoghi; It festival per la capacità di mostrare “il sommerso” della scena teatrale milanese, e per la prassi organizzativa orizzontale e condivisa.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h di Jan Fabre; Hearing di Amir Reza Koohestani; Black Milk di Alvis Hermanis.

 

 

GRAZIANO GRAZIANI

1. La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, regia di Lucia Calamaro; In girum imus nocte et consumimur igni, regia di Roberto Castello; 10 miniballetti, di CollettivO CineticO.

2. Roberto Latini per Amleto+Die Fortibrasmachine; Francesco Sframeli per Amore; Mario Martone per Morte di Danton.

3. Marta Cuscunà e Paola Villani per Sorry, boys; Roberto Castello per In girum imus nocte et consumimur igni; Luca Brinchi, Daniele Spanò e Lorenzo Letizia per Candide di Fabrizio Arcuri.

4. Davide D’Alò per Frankestein o’mostro. Roberto Castello per In girum imus nocte et consumimur igni. Gianluca Misiti per Amleto+Die Fortibrasmachine.

5. Riccardo Goretti per La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo; Oscar De Summa per La sorella di Gesucristo; Antonio Rezza per Anelante.

6. Valentina Picello per 32’’.16; Elena Bucci per La canzone di Giasone e Medea; Caroline Baglioni per Gianni.

7. Claudia Marsicano per Made in China - Postcards from Van Gogh; Alice Redini per La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo; Serena Balivo.

8. La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Trattato di economia, di Roberto Castello e Andrea Cosentino; Il cielo in una stanza, di Emanuele Valenti e Armando Pirozzi.

9. L’importanza di essere piccoli, Porretta Terme; Fuori luogo, La Spezia; Scena Verticale per la sinergia tra Primavera dei Teatri e Teatro Morelli.

10. Materiali per una tragedia tedesca di Antonio Tarantino regia di Fabrizio Arcuri, progetto spettacolare in forma di serie teatrale; Massimiliano Civica per Parole imbrogliate, progetto a cavallo tra pedagogia e teatro; Fabio Biondi/L’Arboreto, per lo stimolo sulla riflessione sulle residenze.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h di Jan Fabre; Black Milk di Alvis Hermanis.

 

 

MARIA GRAZIA GREGORI

1 Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Federico Tiezzi per Calderón e Questa sera si recita a soggetto; Mario Martone per Morte di Danton.

3. Gianluca Sbicca per Questa sera si recita a soggetto.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton.

6. Elena Bucci (per tutti gli spettacoli); Francesca Ciocchetti per Questa sera si recita a soggetto.

7. Anahi Traversi per Gabbiano di Carmelo Rifici; tutto il cast di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

8. Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata; Amore di Spiro Scimone.

9. Pietro Valenti, come Oscar alla carriera.

10. Stanze, la rassegna di Alberica Archinto e Rossella Tansini; Marcido Marcidorjs per la nuova sede; Tempi supplementari. Ricordo di Luca Ronconi, la pubblicazione del Premio Testori, per la qualità poetica e per i pensieri.

11. Hearing di Amir Reza Koohestani; Black Milk di Alvis Hermanis.

 

 

GERARDO GUCCINI

1. Amleto a Gerusalemme, di Gabriele Vacis e Marco Paolini: per l'interazione fra testo shakespeariano, biografie personali e orizzonti storici; per il multilinguismo necessario e portatore di senso; Vangelo, di Pippo Delbono: per l'accoglimento del presente collettivo nell'illimitata offerta di del performer; Dopo la tempesta, regia di Armando Punzo, per l'attuazione d'un lessico spettacolare dell'interiorità.

2. Gabriele Vacis per Amleto a Gerusalemme: per la compenetrazione dei livelli rappresentativi; per l'individuazione d'una linea recitativa che transita con intatta carica comunicativa fra il testo dell'Amleto e l'oralità quotidiana; Federico Tiezzi per Calderón: per aver tradotto in scrittura registica i molteplici livelli e angolazioni di senso della scrittura pasoliniana.

3. Amleto a Gerusalemme: per l'integrazione drammaticamente giustificata e pregnante di multimedia, installazioni e strutture meccaniche, per la leggerezza del dinamismo complessivo e delle sue valenze espressiva; Edipo Re per lo spazio evocatore e mitico di Daniela Dal Cin.

4. Le musiche originali di Vangelo, per aver innestato allo svolgimento performativo l'espressione di una straniante nostalgia della sacralità umana; le musiche originali di Dopo la Tempesta. L'opera segreta di Shakespeare: eclettica risultante di sensibilità operistica e attenzione rumorale.

5. Umberto Orsini per Il prezzo, per l'intreccio di umana fragilità e forza della rappresentazione.

6. Le attrici di Calendar girls: per l’affiatamento, l’intelligenza, il divertimento generosamente condiviso.

7. I giovani attori di Punta Corsara per Hamlet Travestie: Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Gianni Vastarella, per un'arte scenica che coniuga follia carnevalesca e retaggio dei maestri nell'alveo di una cultura del personaggio personale e antica, ereditata e riscoperta.

8. Esilio di Mariano Dammacco, per una progettualità al contempo performativa e drammatica che ritrova la barocca capacità di ordire e mostrare molteplici piani di realtà nelle trasparenze di uno stile letterariamente complesso.

9. Claudio Longhi per Carissimi padri: sperimentale progettualità enciclopedica che, pur svolgendo un argomento determinato (il mondo all'altezza del primo conflitto mondiale) individua e connette soluzioni rispondenti alle più varie funzioni della vita civile, dalle celebrazioni collettive alle occasioni di socializzazione estemporanea; Cinzia de Felice per la complessa progettualità shakespeariana della Fortezza, un disegno che si sviluppa con i ritmi della creazione artistica e richiede all'organizzazione la capacità di rendere possibili le risultanti del processo in atto.

10. A Fausto Malcovati per avere stabilito con passione civile, filologia esigente e lucida conoscenza del teatrale uno stretto legame fra il teatro italiano contemporaneo e il teatro russo dell'ultimo Ottocento e della prima metà del Novecento, vissuto non come luogo di conferme storiografiche, ma come interlocutorio manifestarsi di molteplici realtà; Daniela Dal Cin, per l'architettura, gli arredi, i colori, le luci e la concezione del Teatro Marcidofilm! uno spazio che procede dall'esperienza scenica rendendola luogo del senso.

 

 

KATIA IPPASO

1. Amore, regia di Francesco Sframeli; Calderón di Pier Paolo Pasolini, regia di Federico Tiezzi; Lear di Edward Bond, regia di Lisa Ferlazzo Natoli.

2. Lisa Ferlazzo Natoli per Lear di Edward Bond; Federico Tiezzi per Calderón di Pier Paolo Pasolini; Pippo Delbono per Vangelo.

3. Flavia Mastrella per le scene di Anelante di Rezza/Mastrella; Max Mugnai per le luci di Amleto+Die Fortinbrasmaschine, Fortebraccio Teatro; Lino Fiorito per le scene di Amore di Scimone/Sframeli.

4. Francesca Della Monica (canto) per Calderón, regia di Federico Tiezzi; Scott Gibbons per Ethica. Natura e origine della mente, Socìetas Raffaello Sanzio; Olimpia Greco, arrangiamenti ed esecuzione musicale per Istruzioni per non morire in pace 1.Patrimoni, 2.Rivoluzioni, 3.Teatro, regia di Claudio Longhi.

5. Antonio Rezza per Anelante; Francesco Sframeli per Amore; Graziano Piazza per Calderón di Federico Tiezzi.

6. Maria Paiato e Arianna Scommegna per Due donne che ballano; Giulia Weber per Amore.

7. Francesca Pennini; Camilla Semino Favro; Maria Laila Fernandez.

8. Amore di Spiro Scimone; Anelante di Antonio Rezza; Istruzioni per non morire in pace 1.Patrimoni, 2.Rivoluzioni, 3.Teatro di Paolo Di Paolo.

9. Teatro dell’Elfo per la coerenza e la capacità di creazione mai omologata, sempre capace di pensiero critico; L’Arboreto di Mondaino per la politica delle residenze capace di farsi segno poetico; L’importanza di essere piccoli di Azzurra D’Agostino per aver sostenuto la forza dell’essere piccoli e non soccombenti rispetto ad un sistema teatrale addormentato.

10. Fortebraccio Teatro per la sua capacità di resilienza, per l’ostinazione artistica che li ha portati negli anni a conservare un altissimo livello di creatività, a qualunque condizione. In questo senso, il loro progetto Metamorfosi, moltiplicando le possibilità della forma e della visione, è il simbolo della loro resistenza al mercato e alla logica ottusa del prodotto. Massimiliano Civica per Parole imbrogliate, un omaggio a Eduardo agito da un regista che, in un momento di tetre abitudini, porta avanti un’idea vitale e gioiosa del teatro. Daniele Spanò e Luca Brinchi per la capacità di attivare, con le loro invenzioni di suono e immagine, un sistema percettivo “differente”, organico alla macchina umana colta nella sua complessità sensoriale.

11. Les aiuguilles et l’opium di Robert Lepage; Battlefield di Peter Brook; E se elas fossem para Moscou?, di Christiane Jatahy.

 

 

NICOLA LAGIOIA

1. Anelante, regia di Antonio Rezza, per la capacità essere anticanonico attingendo, in realtà, da una tradizione molto antica.

2. Mario Martone per Morte di Danton, per la messa in scena di un Settecento paurosamente simile al XXI secolo.

3. 10 miniballeti, CollettivO CineticO, regia e coreografia di Francesca Pennini: per la freschezza e la velocità.

 

 

SERGIO LO GATTO

1. Socrate il sopravvissuto/come le foglie, di Anagoor: un progetto drammaturgico che con intelligenza unisce sapienza registica e performativa a un attento lavoro con giovani interpreti, verso un modello di teatro didattico di grande forza estetica e politica; In girum imus nocte et consumimur igni, regia di Roberto Castello: una coreografia radicale, semplice e rigorosa, un esperimento sulle potenzialità del corpo e dell’attenzione del pubblico, facendo della danza un linguaggio universale e profondamente umano; L’uomo che cammina, di DOM/Leonardo Delogu, Valerio Sirna: un attento pensiero sulle potenzialità dell’evento teatrale, che parte da uno studio della natura e dello spazio urbano ed extraurbano alla ricerca di un diverso, profondo rapporto tra realtà e rappresentazione.

2. Alessandro Serra per H+G: lavorando con una compagnia di attori diversamente abili, Serra esplora le radici ataviche della fiaba occidentale e le traduce in un efficace linguaggio di simboli, dirigendo con rispetto, grazia e cura il corpo eclettico, verso un nuovo disegno della presenza del performer. Francesca Pennini per 10 miniballetti: a partire da materiali autobiografici, Pennini raccoglie il ragionamento già sperimentato sul dispositivo scenico e lo traduce in un approfondimento sui linguaggi della danza, sull’espressività del corpo e in un ironico ma radicale contatto con gli spettatori; Giorgina Pi per Caffettiera blu: a partire da un’efficace traduzione a cura di Laura Caretti e Margaret Rose, Giorgina Pi dirige gli attori in una situazione intima, intorno a un tavolo appena illuminato, ritrovando una radice intima della recitazione nell’equilibrio tra dizione, controllo del corpo e interpretazione del personaggio.

3. Andrea Simonetti (scene), Luca Brinchi / Daniele Spanò (video), Lorenzo Letizia (live visual) per Candide di Mark Ravenhill, regia di Fabrizo Arcuri. Nello spazio di un teatro all’italiana questo allestimento riesce a far esplodere la natura post-drammatica del testo, non risparmiando alcuna soluzione scenica. Maria Federica Maestri (installazione, elementi plastici), Francesco Pititto (imagoturgia, scene filmice) per Furioso – L’illusione, la follia, la morte, la luna di Lenz Fondazione, in scena al Tempio della Cremazione di Valera. Perfettamente integrato con un luogo carico di simbologia e sacralità, questo allestimento trascina lo spettatore in un vero e proprio viaggio iniziatico. Gregorio Zurla (scene), Giovanna Buzzi e Lisa Rufini (costumi), Gianni Pollini (luci) per Calderón, regia di Federico Tiezzi: scene, costumi e luci riescono a creare una dimensione visiva efficace per un testo complesso, intrecciando in maniera ordinata e creativa i vari piani spazio-temporali.

4. Gianluca Misiti, Amleto+Die Fortinbrasmaschine di Roberto Latini: tutt’uno con l’ambiente visivo e con il corpo dell’attore, il lavoro di Gianluca Misiti va oltre il commento sonoro e l’accompagnamento musicale, diventando un vero e proprio corpo performativo dinamico e autonomo. Olimpia Greco, arrangiamenti ed esecuzione musiche per Istruzioni per non morire in pace, regia di Claudio Longhi: contributo decisivo a uno spettacolo che recupera la tradizione del kabarett tedesco integrando canto e musica in un sovralinguaggio necessario alla durata e alla portata dell’operazione drammaturgica. Dan Kinzelman, Kudoku coreografia di Daniele Ninarello: perfetta integrazione tra il corpo del danzatore e la creatività del musicista. Fiati, loop station e live programming diventano un terreno di azione comune per creare una comunicazione multistrato.

5. Oscar De Summa per La sorella di Gesucristo riconferma la capacità di integrare una sottile scrittura drammaturgica pensata per la voce e un denso e preciso utilizzo del corpo in uno specifico linguaggio scenico estremamente popolare. Antonio Rezza per Anelante: negli anni ha saputo creare una presenza scenica inconfondibile, senza risparmiare un uso del corpo spregiudicato eppure poetico, integrato con gli ambienti realizzati da Flavia Mastrella. Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà: sempre alla ricerca della vera essenza dell’arte della recitazione, arrivando a invertire il processo secondo cui un attore interpreta un personaggio.

6. Paola Lattanzi per Estasi: una presenza granitica e potente, un corpo teso oltre ogni possibilità, un’espressività insostituibile. Michela Lucenti per Killing Desdemona: per la capacità di assumere sul proprio corpo tutte le cause e le conseguenze dell’atto performativo, integrandosi con lo spazio, con il suono, con il ritmo della performance. Simona Senzacqua per La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo: una figura potente e doppia, che dà corpo e voce alla presenza e all’assenza del personaggio sulla scena e dentro il ricordo degli altri protagonisti.

7. Daniele Ninarello per Kudoku e L.A.N.D.: un danzatore con rare doti coreografiche e creative. Una presenza che sta sapendo affermarsi in Italia e all’estero con una ricerca orizzontale e famelica. Gabriele Paolocà per Little Europa: un attore dalla formazione solida, che con la compagnia Vico Quarto Mazzini sperimenta con successo anche il ruolo di regista, trovando in Little Europa il modo di incarnare un personaggio dolente, mostruoso e profondamente umano. Chiara Bersani: una delle presenze più interessanti della nuova creazione performativa contemporanea, alla continua ricerca dei limiti e delle possibilità del corpo, della visione, della relazione ravvicinata con il tessuto emotivo dello spettatore.

8. Istruzioni per non morire in pace, di Paolo Di Paolo: un testo oceanico frutto di un lungo studio dei documenti, coraggioso nel mettere alla prova un’esperienza di matrice letteraria rimescolandola dentro il lavoro di compagnia, in un esperimento eminentemente teatrale. Prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Cantata BWV 4, Christ lag in Todesbanden. Oh, Charles!, di Angélica Liddell: la consueta missione di mescolare la potenza del corpo, della visione scenica e della parola poetica si concretizza qui in una vera e propria opera sensoriale-fonetica. Il vangelo secondo Antonio, di Dario De Luca: un testo lineare, elegante, delicato eppure sofisticato nel presentare, in una forma tutto sommato classica, l’evoluzione dei personaggi e delle loro relazioni come paradigma dell’odissea etica dell’uomo.

9. Centrale Fies per il festival Drodesera “Worldbreakers 2016”, capace di costruire un’offerta artistica mescolando l’esperienza di una direzione artistica pluriennale con la scommessa di curatori giovani provenienti da diversi ambiti disciplinari. Claudio Longhi per il progetto Carissimi Padri per aver saputo integrarsi con un territorio nell’arco di diversi mesi, raccogliendo e producendo materiali al di là dello specifico teatrale e con un importante lavoro di documentazione storica.

10. Real Good Time | All! di Kinkaleri per la creazione, in un arco pluriennale, di un nuovo vocabolario di espressione gestuale, per l’esplorazione cibernetica, per la capacità di adattarsi e integrarsi a contesti e territori. Dominio Pubblico, La città agli Under25, Roma, per tentare nuove strade nell’ambito della formazione alle professionalità del teatro. Fabulamundi Playwriting Europe (PAV), per il contributo alla diffusione della drammaturgia italiana all’estero e di quella straniera in Italia, con progetti di traduzione e mise-en-espace.

11. Questcequetudeviens? di Aurelien Bory. Un esperimento di indagine creativo-antropologica sull’arte e sull’artista, che usa la biografia di una danzatrice per raccontare le ragioni dell’espressione coreografica e della sua essenza emotiva. Battlefield di Peter Brook. Un classico del maestro inglese, in grado di ritrovare nel poema epico indiano una forte urgenza contemporanea, grazie a una messinscena essenziale, potente e immaginifica. Vortex temporum di Anne Teresa De Keersmaeker. Perfetta integrazione tra coreografia e musica, alla ricerca di una partitura per corpo e spazio che si ricrea incessantemente nei rapporti tra spazio, tempo e relazione.

 

 

FAUSTO MALCOVATI

1. Calderón, regia di Federico Tiezzi.

2. Federico Tiezzi per Calderón.

3. Maurizio Balò per Il prezzo.

4. Gianluca Misiti per Amleto+Die Fortinbrasmaschine.

5. Sandro Lombardi per Calderón.

6. Elena Bucci (tutti gli spettacoli).

7. Il cast di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

9. Claudio Longhi per Carissimi Padri.

10. L’Arboreto.

11. Žuvédra (Il Gabbiano) di Oskaras Koršunovas.

 

 

LORENZO MANGO

1. Calderón, regia di Federico Tiezzi.

2. Federico Tiezzi per Calderón.

3. Scene di Gregorio Zurla per Calderón.

5. Sandro Lombardi per Calderón.

7. Carolina Balucani per Thyssen.

11. Pinocchio, Compagnie Louis Brouillard.

 

 

GIANNI MANZELLA

1. Vangelo, regia di Pippo Delbono; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Antonio Latella per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Federico Tiezzi per Calderón.

3. Lisa Ferlazzo Natoli per Lear di Edward Bond.

4. Enzo Avitabile, Vangelo; Romeo Castellucci, Schwanengesang; Riccardo Fazi/Muta Imago, Hyperion.

5. Sandro Lombardi per Calderón; Giuseppe Battiston per Morte di Danton.

6. Valérie Dréville per Schwanengesang.

7. Barbara Chicchiarelli, Ilaria Matilde Vigna e Christian La Rosa, in rappresentanza anche degli altri tredici giovani interpreti di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia con una segnalazione per Camilla Semino Favro, adolescente Rosaura nel Calderón diretto da Federico Tiezzi, in attesa di vederla alla prossima prova, e per i giovani allievi attori della Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo, impegnati nell’Odissea di Emma Dante.

8. Amore di Spiro Scimone; Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Simone Derai.

9. Isabella Lagattolla e Sergio Ariotti per vent’anni di “colline torinesi”.

10. Minimum Fax per la pubblicazione del Lear di Edward Bond, tradotto da Tommaso Spinelli; le Prove d’autore di Giovanna Daddi e Dario Marconcini a Buti intorno a Pinter e Beckett.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, regia di Jan Fabre. Naturalmente ci sono stati anche i Ghosts cinesi di Constanza Macras e la Prima lettera di San Paolo ai Corinzi di Angélica Liddell, la delirante e divertentissima Île flottante di Cristoph Marthaler e il Matrimonio di Maria Braun secondo Ostermeier, a Venezia, spettacoli tutti molto belli, di quelli che danno ancora un senso all’andare a teatro. Ma la lunga giornata di teatro orchestrata da Jan Fabre è evento così fuori dalla norma da mettere fuori gioco tutto il resto.

 

 

FERNANDO MARCHIORI

1. Morte di Danton, regia di Mario Martone: spettacolo grandioso che interroga la Storia e fa riflettere sul presente.

2. Federico Tiezzi per Calderón: pittorica riscrittura della riscrittura pasoliniana.

3. Morte di Danton, regia di Mario Martone.

5. Paolo Pierobon per la magistrale interpretazione di Robespierre in Morte di Danton.

6. Maria Paiato e Arianna Scommegna per Due donne che ballano: il felice incontro tra due esperienze interpretative tra le più alte del nostro teatro.

10. H+G di Accademia Perduta/Accademia Arte della Diversità/Teatropersona: un piccolo capolavoro nato da un progetto di creazione con attori professionisti diversamente abili e affidato alla regia di Alessandro Serra, esemplare per delicatezza e precisione.

11. Primal Matter di Dimitris Papaioannou: il corpo come campo di battaglia in un intenso e incalzante dialogo tra l’antico e il contemporaneo, tra la bellezza ingombrante delle origini e la stortura anarchica del presente. E se elas fossem para Moscou? di Christiane Jatahy: le ‘tre sorelle’ cechoviane come dispositivo per indagare il desiderio di cambiamento in uno spettacolo che incrocia i linguaggi del teatro e del cinema.

 

 

ENRICO MARCOTTI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; Geppetto e Geppetto, regia di Tindaro Granata.

2. Federico Tiezzi per Calderón e Questa sera si recita a soggetto; Andrea De Rosa per Fedra; Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà.

3. Roberto Crea, Animali notturni; Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo, Dopo la Tempesta. L'opera segreta di Shakespeare.

4. Andrea Salvadori, Dopo la Tempesta. L'opera segreta di Shakespeare, Pablo Esbert Lilienfeld, Aurora; Gianluca Misiti, Amleto+Die Fortinbrasmaschine.

5. Sandro Lombardi per Calderón; Luigi Lo Cascio per Questa sera si recita a soggetto; Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà.

6. Laura Marinoni per Fedra; Elena Bucci per Macbeth Duo.

7. Leonardo Lidi; Anahì Traversi; Angelo Campolo.

8. Amleto+Die Fortinbrasmaschine; Geppetto e Geppetto; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

9. Pietro Valenti (ERT); Andrea Cigni (Orizzonti/Festival); Carlo Mangolini (OperaEstate Festival).

10. Titivillus; Marcido Marcidorjs e il suo Marcidofilm!; Pasquale Mari, light designer.

11. Žuvédra (Il Gabbiano) di Oskaras Koršunovas.

 

 

LAURA MARIANI

1. Faust, regia Anna Peschke: per come coniuga ricerca e popolare, facendo incontrare uno dei maggiori testi occidentali con la tradizione recitativa dell’Opera di Pechino.

2. Federico Tiezzi per Calderón.

3. Gregorio Zurla (scene) e Giovanna Buzzi – Lisa Rufini (costumi) per Calderón di Federico Tiezzi.

4. Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Chen Xiaoman per Faust.

5. Umberto Orsini per Il prezzo.

6. Per le loro interpretazioni di Laura Betti: Elena Bucci (Bimba. Inseguendo Laura Betti) e Francesca Ballico (Pupattole. L’identità, verso sera, fa male).

7. Camilla Semino Favro per Calderón di Federico Tiezzi e per Harper Regan di Elio De Capitani. Caroline Baglioni per Gianni; Angelo Di Genio.

8. Andrea Adriatico per Is, is, oil (da Petrolio di Pier Paolo Pasolini).

9. ERT per il Festival Vie e per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia di Antonio Latella.

10. Fausto Malcovati; una vita dedicata a studiare, far conoscere, tradurre i maestri del teatro russo: da Stanislavskij a Mehjerchol’d, fino ai suoi ultimi libri su Cechov e Nemirovic Dancenko; Zimmerfrei e Isabella Bordoni per le loro sperimentazioni teatrali dentro le comunità; l’Arboreto. Marcidofilm per il nuovo spazio.

11. Voice of Mud, regia di Yaser Khaseb: per la potenza e la precisione e per come rappresenta la vivacità della scena iraniana.

 

 

MASSIMO MARINO

1. Prova, regia di Pascal Rambert: la storia di una crisi di piccolo gruppo che riflette la Storia degli anni che abbiamo attraversato, con una limpida, tagliente scrittura e interpretazioni magistrali; La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, regia di Lucia Calamaro: un’altra tappa di un’unica storia-mondo dell’autrice, insieme profondamente interiore e fortemente teatrale, un dialogo struggente tra i vivi e i morti; Amore, regia di Francesco Sframeli: un epigrammatico capolavoro della delicatezza e dell’inquietudine.

2. Antonio Latella per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia: la mano di Latella è fortemente registica, ma anche in questo caso siamo davanti a un capolavoro, di pedagogia, di interpretazione, di guida alla recitazione; e soprattutto di fronte a uno spettacolo-saga che rende viva l’essenza bruciante della tragedia greca, senza banali attualizzazione; Romeo Castellucci per Ethica. Natura e origine della mente, per il nitore della costruzione intellettuale e visiva; Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo per I quattro moschettieri in America de I Sacchi di Sabbia, un gioco che esalta con delicata potente ironia le fantasmagorie del teatro.

3. Flavia Mastrella per Anelante di Rezza-Mastrella, un altro dei fantastici habitat per le evoluzioni del burattino crudele Antonio Rezza. Lino Fiorito per Amore, un cimitero di favola, per le rivelazioni d’amore (copy di Scimone Sframeli & C.); Eleonora Sedioli e Lorenzo Bazzocchi per Marmo, un’altra delle macchine materiche di tortura di Masque Teatro.

4. Robin Rimbaud aka Scanner e Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma per Verdi Re Lear di Lenz, ricostruzione-invenzione di una musica desiderata ma mai scritta dal compositore di Busseto; Giacomo Piermatti e Matteo Ramon Arevalos per Marmo di Masque Teatro: una partitura materica come lo spettacolo; Michele Rabbia per le percussioni che accompagnano Divina Commedia_Ballo 1265 di Virgilio Sieni.

5. Antonio Rezza per Anelante: tra Totò e Artaud, come sempre con gioia e furore; Oscar de Summa per le molte convincenti prove offerte in questa sua felice stagione; i giovani attori di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia: tutti, protagonisti e non protagonisti, perché il lavoro individuale spicca in un ensemble di forza unica.

6. Annamaria Ajmone per Tiny Extended, rivelazione della danza italiana, potente performer con Cristina Rizzo e Daniele Ninarello, esploratrice del corpo e degli spazi in proprio; un nome che ci accompagnerà per molti anni; le attrici di Santa Estasi: come sopra; Catia Caramia per La volontà di e con Cesar Brie: una bella rivelazione, che ripercorre il personaggio di Simone Weil con sensibilità, partecipazione, maestria.

7. Francesca Pennini per 10 Miniballetti e per tutto il coerente, importante percorso; Chiara Bersani, performer che sa rendere forza teatrale la propria diversità.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, per il formidabile lavoro di restituzione e reinvenzione della tragedia, ai maestri drammaturghi e ai loro allievi; La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, un altro testo magistrale di Lucia Calamaro; Claudia Castellucci per Ethica. Natura e origine della mente: una scrittura sorprendente, affilata, una restituzione e reinvenzione ammirevole del pensiero di Spinosa.

9. A Scena Verticale per Primavera dei teatri; al festival L’importanza di essere piccoli, un modo efficace di penetrare in territori di montagna e riannodarli con il teatro, la poesia, la musica; al Teatro delle Ariette per la pluriennale esperienza di ‘A teatro nelle case’ e per il recente ulteriore lavoro di diffusione del teatro con la ricerca di pubblici di diversa età in ‘Territori da cucire’.

10. Ad Archivio Zeta per il progetto a tappe Pilade/Pasolini, per il lavoro negli spazi e per il coinvolgimento di non attori (e per aver fatto penetrare le parole di Pasolini in territori e situazioni diverse, oltre le solite sedi istituzionali); a Roberto Castello, per la ricerca che ha portato a risultati notevoli dal punto di vista artistico e di pensiero, con due spettacoli recenti come In girum imus nocte et consumimur igni e Trattato di economia, e per l’attività di produzione e ospitalità che sta facendo di SPAM una vera e propria factory; a L’uomo che cammina di Dom, viaggio teatrale nella città che incrocia visioni del reale e fantasmi, uno spettacolo esperienziale; a Masque Teatro per il suo teatro “scientifico”, che inventa un festival anomalo e di pensiero come Crisalide, gli Incontri di filosofia di Forlì e spettacoli che interrogano la materia, la storia, l’ideologia; al progetto di residenza di drammaturgie siciliano Write.

11. Vortex temporum di Anne Teresa De Keersmaeker, mirabile incontro tra danza e musica; Battlefield di Peter Brook.

 

 

LEONARDO MELLO

1. Calderón di Pier Paolo Pasolini, regia di Federico Tiezzi: una lettura del testo pasoliniano, notoriamente ostico e di difficile realizzazione scenica, che ne restituisce il valore poetico e visionario; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata: un fortissimo spaccato sulle nuove famiglie, senza compiacimenti e al contrario sviluppando le contraddizioni e il dolore di chi ci vive all’interno.

2. Federico Tiezzi per Calderón: la visione registica, ormai classica e distinguibile di Tiezzi, fa risplendere anche le ombre della pièce pasoliniana; Mario Martone per Morte di Danton, un esperimento riuscito nell’affiatamento di trenta attori intorno a un testo impervio e fascinoso come quello di Büchner.

3. Gregorio Zurla per le immaginifiche scene di Calderón di Pasolini; Roberto Crea per Animali notturni: l’ambientazione ideale per uno dei testi più complessi di Juan Mayorga, stella brechtiana della drammaturgia europea.

5. Sandro Lombardi, per Calderón di Pasolini, un’interpretazione magnifica, che dà luce all’epopea visionaria del testo; Paolo Pierobon, un magistrale Robespierre nell’ottima compagine della Morte di Danton; Antonio Rezza per Anelante, la conferma dell’astrusa genialità di un istrione come Rezza.

6. Maria Paiato e Arianna Scommegna per Due donne che ballano: due grammatiche interpretative che trovano il perfetto punto d’incontro.

7. Serena Balivo; Sara Putignano; Paolo Li Volsi.

8. David è morto di Babilonia Teatri; Il Vangelo secondo Antonio di Dario De Luca; H+G di Alessandro Serra (Teatropersona).

9. Scena verticale, la migliore organizzazione che ho incontrato, pur in un luogo complicato e periferico; Centrale Fies per il Festival Drodesera; L’importanza di essere piccoli.

10. L’attività editoriale di Titivillus, ultimo baluardo del teatro “scritto”; il Teatro Santa Marta di Ca’ Foscari (Venezia), nonostante sia un teatro universitario, con tutti i problemi che questo comporta, riesce a mantenere alta e di qualità la programmazione; la combattiva compagnia dell’Angelo Mai; Fausto Malcovati.

11. E se ellas fossem para Moscou? di Christiane Jatahy, una nuova chiave di lettura per il testo forse più ambiguo e imperscrutabile di Cechov; Primal Matter di Dimitris Papaioannou, il corpo come metafora di un dialogo tra antico e contemporaneo.

 

 

RENATA MOLINARI

1. Vangelo di Pippo Delbono; Calderón di Federico Tiezzi.

2. Federico Tiezzi per Calderón e più in generale per le sue regie di questa stagione.

3. Gregorio Zurla per le scene di Calderón di Federico Tiezzi.

4. Enzo Avitabile per le musiche di Vangelo.

5. Sandro Lombardi per Calderón di Federico Tiezzi.

6. Debora Zuin per Calderón.

7. Tutto il cast di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famigliadi Antonio Latella.

8. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

9. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia come progetto artistico.

10. Fausto Malcovati per la sua incessante ricerca dentro l’anima russa del teatro.

 

 

LAURA NOVELLI

1. Amore, regia di Francesco Sframeli; Calderón, regia di Federico Tiezzi; Il prezzo, regia di Massimo Popolizio.

2. Francesco Sframeli per Amore; Federico Tiezzi per Calderón; Massimo Popolizio per Il prezzo.

3. Lear di Edward Bond, regia di Lisa Ferlazzo Natoli; Made in China - Postcards from Van Gogh, compagnia Leviedelfool.

4. Massimiliano Setti per Made in China - Postcards from Van Gogh; Alessandro Ferroni e Umberto Fiore per Lear di Edward Bond.

5. Ascanio Celestini per Laika; Umberto Orsini per Il prezzo; Sandro Lombardi per Calderón.

6. Maria Paiato per Due donne che ballano, regia di Veronica Cruciani; Angela Demattè per Mad in Europe.

7. Federica Carruba Toscano per Yesus Christo Vogue (Vucciria Teatro).

8. Laika di e con Ascanio Celestini; Mad in Europe di e con Angela Demattè; Amore di Spiro Scimone.

10. Marco Martinelli ed Ermanna Montanari per il pluriennale lavoro di ricerca delle Albe e per l’importante esperienza della non-scuola; Radio3 per l’opera di diffusione e valorizzazione della cultura teatrale che essa svolge; le Vie dei festival per la sempre stimolante proposta della sua programmazione; il laboratorio integrato Piero Gabrielli del Teatro di Roma per il suo nevralgico ruolo di mediatore tra disabilità, integrazione e scena; la compagnia Biancofango (Francesca Macrì e Andrea Trapani) per il suo percorso di ricerca e per l’attenzione agli adolescenti.

11. Battlefield di Peter Brook.

 

 

VALERIA OTTOLENGHI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor; Geppetto e Geppetto, regia di Tindaro Granata.

2. Valerio Binasco per Il bugiardo; Carmelo Rifici per Gabbiano; Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo per I quattro moschettieri in America de I sacchi di sabbia.

3. Lino Fiorito per Amore, Compagnia Scimone Sframeli; Roberto Crea per Animali notturni; Andrea Simonetti per Candide.

4. Pablo Esbert Lilienfeld per Aurora di Alessandro Sciarroni; Gianluca Misiti per Amleto+Die Fortinbrasmaschine.

5. Sandro Lombardi per Calderón; Andrea Brunello per Pale Blue Dot; Luigi Lo Cascio per Questa sera si recita a soggetto.

6. Marta Cuscunà per Sorry, boys; Elena Bucci per Macbeth Duo; Laura Marinoni per Fedra.

7. Leonardo Lidi; Angelo Campolo; Claudia Marsicano.

8. Geppetto e Geppetto; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Amleto+Die Fortinbrasmaschine.

9. Dino Sommadossi &C, Fies Drodesera; Carlo Mangolini, Operaestate Festival; Pietro Valenti, Vie ed ERT.

10. Materiali per una tragedia tedesca, Fabrizio Arcuri; Marcido Marcidorjs; spazio Marcidofilm; L’Arboreto.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h di Jan Fabre; Žuvédra (Il Gabbiano) di Oskaras Koršunovas.

 

 

RENATO PALAZZI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Federico Tiezzi per le tre espressioni di questo suo anno di grazia, Questa sera si recita a soggetto, Calderón e L’apparenza inganna; Simone Derai per Socrate il sopravvissuto/come le foglie.

3. Lino Fiorito per la scena di Amore di Scimone e Sframeli; Roberto Crea per Animali notturni e altri spettacoli di Carlo Cerciello; Giovanna Buzzi e Lisa Rufini per gli splendidi costumi del Calderòn di Tiezzi.

4. Andrea Salvadori per lo struggente sottofondo musicale di Dopo la tempesta. L'opera segreta Shakespeare della compagnia della Fortezza di Volterra; Mauro Martinuz per il determinante contributo sonoro alla tensione intellettuale di Socrate il sopravvissuto/come le foglie di Anagoor.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton; Massimo Verdastro per L'apparenza inganna e Questa sera si recita a soggetto; Paolo Oricco per il suo personalissimo Amleto nell'AmletOne! dei Marcido.

6. Sandra Toffolatti per la doppia, forte interpretazione ne Le donne gelose e in Questa sera si recita a soggetto; Laura Marinoni per la Fedra diretta da Andrea De Rosa.

7. Claudia Marsicano per i lavori con Frigo Produzioni e soprattutto per la sua travolgente performance R.OSA; Alice Redini per la lucida e intensa interpretazione di La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Leonardo Lidi per la sua potente interpretazione di Agamennone in Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

8. La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata; Amore di Spiro Scimone.

9. Pietro Valenti per la passione, la curiosità, la competenza con cui ha fatto dell'ERT una realtà pubblica unica in Italia.

10. Gli Omini per il loro progetto di drammaturgia ferroviaria e complessivamente per quella loro scrittura direttamente strappata alla vita quotidiana; Il festival IT di Milano per la preziosa opportunità di mostrarsi offerta alle realtà più o meno sommerse.

11. Hearing di Amir Reza Koohestani; La posibilidad que desaparece frente al paisaje di El Conde de Torrefiel; Black Milk di Alvis Hermanis.

 

 

LAURA PALMIERI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; Calderón, regia di Federico Tiezzi; La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, regia di Lucia Calamaro.

2. Federico Tiezzi per Calderón e Questa sera si recita a soggetto; Antonio Latella per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Lisa Ferlazzo Natoli per Lear di Edward Bond.

3. Giovanna Buzzi e Lisa Rufini per i costumi di Calderón; Gregorio Zurla per scene di Calderón; Luca Brinchi, Daniele Spanò, Fabiana Di Marco per le scene, immagini e video di Lear di Edward Bond.

4. Muta Imago, Hyperion: come una delle più riuscite sintesi tra musica, voce e live electronics, che ci ha fatto esplorare le infinite possibilità del suono, una vera e propria drammaturgia sonora quella che Riccardo Fazi e Muta Imago realizzano per i loro spettacoli; Franco Visioli per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia e per gli altri spettacoli di Antonio Latella; Andrea Cera per PPP Ultimo inventario prima di liquidazione.

5. Sandro Lombardi per Calderón; Luigi Lo Cascio per Questa sera si recita a soggetto; Riccardo Goretti per La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo.

6. Maria Paiato per Due donne che ballano; Arianna Scommegna per Due donne che ballano; Lucrezia Guidone per Calderón.

7. Tutti gli attori di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Riccardo Lanzarone per Codice Nero; Andrea Volpetti per Calderón.

8. Caffettiera Blu, di Caryl Churchill, regia Giorgina Pi (Caffettiera Blu fa parte del progetto Non normale, non rassicurante. Progetto Caryl Churchill a cura di Paola Bono); Lear di Edward Bond a cura di lacasadargilla.

9. Short Theatre / Area 06; Ert; Teatro Elfo Puccini.

10. Cue Press / Mattia Visani; il Teatro delle Ariette per l’attività sul territorio (‘A teatro nelle case’ e ‘Territori da cucire’).

11. Les aiuguilles et l’opium, regia di Robert Lepage; E se elas fossem para Moscou?, regia di Christiane Jatahy.

 

 

EGIDIO PANI

1. Il prezzo di Arthur Miller.

2. Massimo Popolizio per Il prezzo.

2. Scena di Maurizio Balò per Il prezzo.

5. Umberto Orsini eccellente protagonista de Il prezzo. Segnalo Orsini perché veramente in lui ho ritrovato la Grande Tradizione: Ruggero Ruggeri, Maria Melato, Memo Benassi che io ho sfiorato. Li ho visti in scena da ragazzino (mio padre appassionato mi trascinava con lui) e li ho ancora nella memoria.

 

LORENZO PAVOLINI

1. Calderón di Pier Paolo Pasolini, regia di Federico Tiezzi; Laika, regia di Ascanio Celestini; 887, regia di Robert Lepage.

2. Lisa Ferlazzo Natoli per il Lear di Edward Bond; Federico Tiezzi per Calderón di Pier Paolo Pasolini.

3. Candide di Fabrizio Arcuri.

5. Lino Musella per Strategie fatali; Paolo Pierobon per Morte di Danton; Giuseppe Battiston per Morte di Danton.

6. Francesca Mazza per Candide di Fabrizio Arcuri.

7. Josafat Vagni per I Furiosi.

8. La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro.

10. Pilade / Pasolini di Archivio Zeta.

 

 

MAGDA POLI

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Federico Tiezzi per Questa sera si recita a soggetto e Calderón.

3. Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, AmletOne!; Gabbiano di Carmelo Rifici.

5. Elia Schilton per Il prezzo; Luigi Lo Cascio per Questa sera si recita a soggetto.

6. Alvia Reale per Il prezzo; Elena Bucci per tutti gli spettacoli.

7. Tutto il cast di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

8. I drammaturghi di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

9. Pietro Valenti - Ert.

11. Hearing, regia di Amir Reza Koohestani.

                                                           

 

OLIVIERO PONTE DI PINO

1. Vangelo, regia di Pippo Delbono; Socrate il sopravvissuto/come le foglie, regia di Simone Derai; 10 miniballetti, regia di Francesca Pennini.

2. Federico Tiezzi per Questa sera si recita a soggetto; Francesco Leschiera per Beyond Vanja.

3. Maria Spazzi per le scene di Utoya.

4. Enzo Avitabile per Vangelo.

5. Fabrizio Falco per Galois; Enrico Ianniello per Eternapoli; Michele Maccagno per sdisOrè.

6. Marta Cuscunà per Sorry, boys; Licia Lanera per Orgia.

7. Serena Balivo; Annamaria Ajmone.

8. Dialoghi degli dei, I Sacchi di Sabbia; Amore, Spiro Scimone; Drammatica elementare, Fratelli Dalla Via.

10. Giuliano Scabia e Fausto Malcovati perché dovrebbero vincere il premio Franco Quadri; il nuovo spazio Marcidofilm!; il lavoro di Antonio Viganò al Teatro la Ribalta di Bolzano.

11. Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, regia di Jan Fabre.

 

 

WALTER PORCEDDA

1. Vangelo di Pippo Delbono; Amore di Scimone/Sframeli.

2. Pippo Delbono (Vangelo); Francesco Sframeli (Amore).

3. Lino Fiorito per Amore; Sabrina Cuccu per Donne che sognarono cavalli.

4. Enzo Avitabile per le musiche di Vangelo; Giame Mannias e Luca Spanu per Giovanna detta anche Primavera.

5. Spiro Scimone per Amore; Francesco Sframeli per Amore; Pippo Delbono per Vangelo.

6. Giulia Weber per Amore.

7. Valentino Mannias.

8. Giovanna detta anche Primavera di Valentino Mannias.

9. Atlante del Gesto di Virgilio Sieni.

10. A Teatro della Ribalta/Accademia della Diversità, per il continuo impegno nel campo della ricerca su teatro e diversità.

11. Repetition, regia di Pascal Rambert.

 

 

ANDREA PORCHEDDU

1. Calderón di Pier Paolo Pasolini, regia di Federico Tiezzi; In girum imus nocte et consumimur igni, regia di Roberto Castello; Laika, regia di Ascanio Celestini.

2. Romeo Castellucci per Ethica. Natura e origine della mente; Marcial Di Fonzo Bo per Demoni; Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà.

3. Csaba Antal per Mephisto, regia di Luca Micheletti; Catherine Rankl per Intrigo e amore, regia di Marco Sciaccaluga.

4. Andrea Liberovici per Macbeth Remix; Scott Gibbons per Ethica. Natura e origine della mente; Davide D’Alò per Frankenstein o’mostro.

5. Graziano Piazza per Calderón; Paolo Pierobon per Morte di Danton; Michael Untertrifaller per H+G.

6. Alice Arcuri per Intrigo e amor; Camilla Semino Favro per Calderón; Roberta Caronia per Il berretto a sonagli.

7. Chiara Bersani; Serena Balivo; Riccardo Lanzarone.

8. Tre di coppie di Scaldati/Maresco; I Furiosi di Balestrini/Parenti, adattamento di Federico Flamminio; Little Europa di Gabriele Paolocà/Vico Quarto Mazzini.

9. Andrea Cerri – Renato Bandoli per Fuori luogo a La Spezia; Giovanna e Isabella Caserta per Teatro Scientifico a Verona; Alex Rigola per Biennale Teatro.

10. Massimiliano Civica per Parole imbrogliate tra pedagogia e teatralità; Alessandro Garzella e compagnia Animali Celesti: un articolato progetto di teatro sociale d’arte; Premio Giovani Realtà di Accademia “Nico Pepe” di Udine, fucina di talenti e nuovi gruppi; Festival delle 100 scale a Potenza, realtà in costante crescita in un territorio difficile. Tutto Esaurito – Progetto Radio3 Teatro e Rai Radio6 Teca per i programmi dedicati al Teatro: due modi diversi ma entrambi efficaci per fare cultura e divulgazione teatrali; Progetto Goldoni, compagnia dei Borgia, regia di Gianpiero Borgia, drammaturgia di Fabrizio Sinisi: per la divertente e divertita reinvenzione del classico; Trattato di Economia, di Roberto Castello e Andrea Cosentino per la riuscita contaminazione Teatro Danza; L’Arboreto a Mondaino per i progetti di residenza e creazione; Festival Trasparenze Modena – Teatro dei Venti.

11. E se elas fossem para Moscou? regia di Christiane Jatahy; Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h, regia di Jan Fabre; Battlefield, regia di Peter Brook.

 

 

MAURIZIO PORRO

1. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella.

2. Mario Martone per Morte di Danton; Pascal Rambert per Prova; Giorgio Sangati per Le donne gelose.

3. Questa sera si recita a soggetto di Federico Tiezzi; I tre moschettieri in 8 puntate di regìe diverse; Calderón dei Teatri Uniti.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton; Fausto Cabra per Le donne gelose; Elia Schilton per Il prezzo.

6. Maria Paiato per Due donne che ballano; Anna Della Rosa per Prova; Laura Marinoni per Prova.

7. Angelo di Genio per Geppetto e Geppetto; Marco Bonadei per Harper Reagan; tutto il cast di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

8. Stefano Cordella per Vania; Francesco Leschiera per Zio Vanja Beyond.

9. ERT.

10. Le Stanze - Progetto di teatro negli appartamenti di Rossella Tansini e Alberica Archinto.

 

 

JACOPO QUADRI

1. Calderón, regia di Federico Tiezzi; Anelante, di Rezza/Mastrella; 887, regia di Robert Lepage.

2. Federico Tiezzi per Calderón; Mario Martone per Morte di Danton; Robert Lepage per 887.

3. Lino Fiorito per Amore; Gregorio Zurla per Calderón; Flavia Mastrella per Anelante.

5. Antonio Rezza per Anelante; Sandro Lombardi per Calderón.

6. Lucrezia Guidone per Calderón.

7. Sara Putignano.

8. Geppetto e Geppetto di Tindaro Granata.

9. Scena Verticale.

10. Angelo Mai; Fausto Malcovati.

 

 

ELISABETTA REALE

1. Amore, regia di Francesco Sframeli; I quattro moschettieri in America, de I Sacchi di Sabbia; La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, regia di Lucia Calamaro.

2. Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà; Roberto Latini per Amleto+Die Fortinbrasmaschine; Dario De Luca per Il Vangelo secondo Antonio.

3. Lino Fiorito per le scene di Amore; Lucia Calamaro per le scene de La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo.

4. Il progetto sonoro di Gianluca Misiti per Amleto+Die Fortinbrasmaschine.

5. Lino Musella per Strategie fatali; Oscar De Summa per La sorella di Gesùcristo; Riccardo Goretti per La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo.

6. Imma Villa per Animali notturni e Fedra; Simona Senzacqua per La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo; Luana Rondinelli per Giacominazza.

7. Serena Balivo; Angelo Campolo; Claudia Marsicano.

8. Geppetto e Geppetto, testo e regia di Tindaro Granata; Esilio, Piccola Compagnia Dammacco; Little Europa, di Gabriele Paolocà/Vico Quarto Mazzini.

9. Settimio Pisano – compagnia Scena Verticale, per l’attività incessante di promozione culturale oltre che di produzione artistica in un territorio periferico; Giuseppe Ministeri – compagnia teatrale Daf - Teatro dell’Esatta Fantasia, per i progetti di formazione sul territorio messinese e per i percorsi portati avanti con giovani migranti.

10. Latitudini - Rete di drammaturgia siciliana per l’attività di coordinamento tra le compagnia siciliane e per il progetto di drammaturgia Write, curato da Tino Caspanello. Roberto Castello, coreografo, danzatore, insegnante, tra gli interpreti più interessanti della danza italiana; Orestiadi di Gibellina, festival diretto da Claudio Collovà, arrivato alla XXXV edizione.

 

 

GABRIELE RIZZA

1. Il prezzo, regia di Massimo Popolizio; Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella; Strategie fatali, regia di Paolo Mazzarelli e Lino Musella.

2. Federico Tiezzi per Questa sera si recita a soggetto; Mario Martone per Morte di Danton; Alain Platel per En avant, marche!

3. Maurizio Balò per Il prezzo di Massimo Popolizio; Gregorio Zurla per Calderón di Federico Tiezzi; Alessandro Camera per Vita di Galileo di Gabriele Lavia.

4. Andrea Salvadori per Dopo la Tempesta. L'opera segreta di Shakespeare; Hanns Eisler per Vita di Galileo; Michele Rabbia per Divina Commedia_Ballo 1265.

5. Maurizio Lombardi per The pride, regia di Luca Zingaretti; Eros Pagni per Minetti, regia di Marco Sciaccaluga; Gianluca Ferrato per Truman Capote. Questa cosa chiamata amore, regia di Emanuele Gamba.

6. Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti; Mariangeles Torres per Credoinunsolodio

7. Linda Caridi per Fool for love; tutto il cast di Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia; Roberto Caccioppoli per China Doll. Sotto scacco.

8. Amore di Spiro Scimone; Truman Capote. Questa cosa chiamata amore di Massimo Sgorbani; Utoya di Edoardo Erba.

9. Tenuta dello Scompiglia di Lucca; Cango Cantieri Goldonetta Firenze.

10. Teatro Vagante di Giuliano Scabia; Titivillus Editore; i programmi che Rai Radio3 dedica al teatro, sia a un livello più colto per specialisti e addetti ai lavori che a un livello più popolare di pubblico più generalista.

11. Il giardino dei ciliegi, regia di Roberto Bacci; Vortex temporum di Anne Teresa De Keersmaeker; Le Récital des Postures di Yasmine Hugonnet.

 

 

IRA RUBINI

1. Vangelo, regia di Pippo Delbono: per il valore inclusivo del progetto.

2. Pascal Rambert per Prova, per la suggestione visionaria.

3. Europa a domicilio di Rimini Protokoll, per l’originale uso dei linguaggi tecnologici.

4. Esercizi per voce e violoncello sulla divina commedia di Dante di Chiara Guidi e Francesco Guerri, per l’inconfondibile maestria poetica.

5. Tindaro Granata Geppetto e Geppetto, uno dei più efficaci interpreti del contemporaneo.

6. Elena Bucci per La locandiera e gli altri titoli (Macbeth Duo, Bimba. Inseguendo Laura Betti, Folia Shakespeariana), per una carriera all’insegna del rigore intellettuale.

7. Marta Cuscunà per Sorry, boys, per l’innovativo linguaggio teatrale e le intuizioni tecniche.

8. Drammatica elementare dei Fratelli Dalla Via, per la spiccata capacità di maneggiare la drammaturgia del grottesco contemporaneo.

9. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, regia di Antonio Latella, per la complessità del progetto e la importante funzione formativa.

10. Teatro Povero di Monticchiello; Teatro delle Ariette; Rassegna Stanze.

11. Black Milk regia di Alvis Herrmanis, per lo straordinario e immaginifico racconto teatrale.

 

 

ATTILIO SCARPELLINI

1. Amore di Scimone e Sframeli; Freier Klang, regia di Claudio Morganti; In girum imus nocte et consumimur igni, di Roberto Castello.

2. Fabrizio Arcuri per Candide e Materiali per una tragedia tedesca; Francesco Sframeli per Amore; Mario Martone per Morte di Danton.

3. Luca Brinchi, Daniele Spanò e Lorenzo Letizia per gli allestimenti video di Candide.

4. Roberto Castello per In girum imus nocte et consumimur igni.

5. Francesco Pennacchia, Gianluca Stetur, Sergio Licatolosi per Fleier Klang; Oscar De Summa per La sorella di Gesucristo; Giuseppe Battiston e Paolo Pierobon per Morte di Danton.

6. Lucia Mascino e Francesca Mazza per Candide.

7. Claudia Marsicano.

8. La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Il cielo in una stanza di Armando Pirozzi ed Emanuele Valenti.

9. Francesca Corona per Short Theatre; Azzura d’Agostino per L’importanza di essere piccoli; Armunia per i suoi vent’anni di resistenza artistica.

10. L’uomo che cammina di Leonardo Delogu (progetto performativo); Lisa Natoli, Tommaso Spinelli, Maddalena Parise per la traduzione, l’adattamento e la cura del progetto Lear di Edward Bond.

11. Battlefield di Peter Brook.

 

 

NICOLA VIESTI

1. Amore, di Scimone/Sframeli; Estasi, regia Enzo Cosimi; PPP Ultimo inventario prima di liquidazione, di ricci/forte.

2. Simone Derai per Socrate il sopravvissuto/come le foglie; Michele Sinisi per Miseria&Nobiltà;

Antonio Latella per Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia.

3. Vincent Longuemare per Abramo; Gianluca Sbicca per Questa sera si recita a soggetto; Gabriella Salvaterra per Cuore di tenebra.

4. Andrea Cera per PPP Ultimo inventario prima di liquidazione; Gianluca Catuogno/Antonio Della Ragione per Sanghenapule Vita straordinaria di San Gennaro; Enzo Avitabile per Vangelo.

5. Paolo Pierobon per Morte di Danton; Massimo Verdastro per Questa sera si recita a soggetto; Ciro Masella per Miseria&Nobiltà.

6. Elena Bucci per Bimba. Inseguendo Laura Betti; Maria Paiato per Due donne che ballano; Teresa Ludovico per Abramo.

7. Giuseppe Sartori per PPP Ultimo inventario prima di liquidazione; Serena Balivo per Esilio; Licia Lanera per Orgia.

8. Geppetto e Geppetto, Tindaro Granata. Esilio, Mariano Dammacco. Santa Estasi. Atridi: otto ritratti di famiglia, autori diversi.

9. Settimio Pisano per la Primavera dei teatri; Cecilia Cangelli per il Maggio all’infanzia.

10. Teresa Ludovico per l'adattamento di Abramo di Ermanno Bencivenga; Titivillus Edizioni; Progetto I tre moschettieri in 8 puntate del TPE Teatro Piemonte Europa.

11. Eugene Onegin. Capitoli scelti dal romanzo in versi di Rimas Tuminas; Pinocchio di Joël Pommerat; Mount Olympus to glorify the cult of tragedy 24h di Jan Fabre.

 

 

GHERARDO VITALI ROSATI

1. Il prezzo, regia di Massimo Popolizio; Morte di Danton, regia di Mario Martone; Il bugiardo, regia di Valerio Binasco.

2. Massimo Popolizio per Il prezzo; Serena Sinigaglia per Utoya; Valerio Binasco per Il bugiardo.

3. Alessandro Camera per Vita di Galileo; Ursula Patzak per Morte Danton. Maria Spazzi, per Utoya.

4. Andrea Salvadori per Dopo la Tempesta. L'opera segreta di Shakespeare; Hanns Eisler per Vita di Galileo.

5. Maurizio Lombardi per The Pride; Umberto Orsini per Il prezzo; Mattia Fabris per Utoya.

6. Manuela Mandracchia per Credoinunsolodio; Sandra Toffolatti Credoinunsolodio; Roberta Caronia, Il berretto a sonagli.

7. Linda Caridi per Fool for love; Roberto Cacciopoli per China Doll. Sotto scacco; Federica Sandrini per Macbeth.

8. Utoya di Edoardo Erba; Amore di Spiro Scimone.

10. Tenuta dello Scompiglio.

11. Eugene Onegin. Capitoli scelti dal romanzo in versi, regia di Rimas Tuminas; La grenouille avait raison, regia di James Thierrée.

 

 

SILVANA ZANOVELLO

1. Intrigo e amore, regia Marco Sciaccaluga.

2. Marco Sciaccaluga per Intrigo e amore; Pino Petruzzelli per Besame mucho.

3. Orestea – Agamennone, Coefore e Eumenidi; La pazza della porta accanto.

4. Andrea Nicolini per Intrigo e amore; Paolo Silvestri per gli arrangiamenti di Quello che non ho.

5. Enrico Campanati per Intrigo e amore; Aldo Ottobrino per Buio a mezzogiorno; Neri Marcorè per Quello che non ho.

6. Elisabetta Pozzi per Orestea – Agamennone, Coefore e Eumenidi.

7. Fiorenza Pieri per Noi non siamo barbari!

8. Noi non siamo barbari! di Philipp Lohle, versione italiana di Umberto Gandini.

9. Stefano Delfino per il Festival di Borgio Verezzi.

 

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